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L’Urlo di Munch, analisi e commento!

Edvard Munch è il pittore norvegese più famoso al mondo. Anima tormentata e artista talentuoso, ha dato vita al celeberrimo Urlo, un dipinto straordinario. Scarica la scheda didattica in PDF con la spiegazione e l’analisi!

Munch: vita e opere

Munch nasce nel 1863 e muore nel 1944. Non ha avuto una vita facile: la madre morì quando era solo un bambino e dopo pochi anni seguì la stessa sorte la sorella maggiore. Il padre morì quando Edvard aveva appena 18 anni, dopo avergli impartito un’educazione basata su una rigida morale religiosa.

Scelse consapevolmente di non avere una famiglia, l’angoscia e il male di vivere -citando un famoso verso di Montale 😀 – trovano posto nelle sue opere accompagnate da un uso particolare del medium pittorico  e dei colori. Vediamo alcune delle sue opere più famose!

Tra queste non possiamo certamente dimenticare Sera sulla via Karl Johann del 1892. Ad una prima e distratta occhiata potrebbe sembrarci un banale olio su tela raffigurante la solita passeggiata in una delle vie principali della città. In realtà, se la guardiamo più attentamente, noteremo che i volti dei passanti -tutti ben vestiti e non solo: tutti vestiti allo stesso modo!- sono più simili a dei teschi che non a dei volti umani. Hanno le orbite scavate, gli occhi spiritati, sembrano quasi avanzare verso l’osservatore in modo minaccioso ma, al tempo stesso, nei loro occhi non troviamo traccia di espressività: sembrano senz’anima. Sulla destra, avvolta nel buio della sera, una piccola figura si allontana. Non vediamo il suo volto, sappiamo solo che si tratta di un uomo e la solitudine fisica in questo caso simboleggia quella esistenziale. Nonostante ognuno di noi vive in società, la solitudine di ciascuno resta intatta: la società è il regno dell’ipocrisia e della falsità.

munch opere spiegazione e analisi
E. Munch, Sera sulla via Karl Johann, 1892. Olio su tela.

Munch ha affrontato il tema del rapporto tra uomo e donna in più opere. Per esempio in Il bacio del 1895  e Il bacio con la finestra (pittura a olio) del 1892.

In entrambi i casi possiamo notare che l’abbraccio tra i due non sembra essere gioioso né romantico: siamo veramente molto lontani da alcuni tra i più famosi “baci” della storia dell’arte (Klimt, Hayez, Rodin, Brancusi…)! I due amanti di Munch sembrano, nell’opera a destra, quasi fondersi in un’unica persona, come se l’artista facesse coincidere il desiderio e l’amore con la paura di perdere la propria individualità; nel dipinto a sinistra i due amanti, avvolti nella penombra di una stanza priva di illuminazione, sono decentrati rispetto alla finestra, che invece cattura immediatamente il nostro sguardo proprio grazie alla posizione che occupa nel dipinto. Più che amanti sembrano quasi avversari in una gara di combattimento e la stanza disadorna fa pensare ad un incontro clandestino, lontano dagli indiscreti dei passanti. Un’altra opera “misteriosa” di Munch è Pubertà del 1894 (segui il link per trovare l’articolo).

munch due opere con il bacio
A sinistra: Munch, il bacio con la finestra, 1892. Olio su tela.
A destra, Il bacio, 1895. Puntasecca.

Il suo tormento interiore, accentuato anche dall’educazione ricevuta da padre, è riscontrabile in quest’opera del 1894/95 dal titolo (insospettabile) Madonna.

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E. Munch, Madonna, 1894/95.

La tradizione iconografica legata alla Vergine è di lunghissima tradizione e ripercorrerla in breve è praticamente impossibile, ad ogni modo possiamo ricordare che la madre di Gesù viene nel corso dei secoli ritratta in modo ieratico (una parola che deriva dal greco ieròs e significa “sacro”), ad esempio seduta su un trono con il Bambino, circondata da angeli e Santi, oppure dolente ai piedi della croce, dopo la Passione e la Crocifissione del figlio. In questo caso la Madonna di Munch non ha nulla a che vedere con quelle tradizionali! È ritratta nuda, con i capelli sciolti, in piena estasi (e il paragone con l’estasi di Santa Teresa di Bernini non è assolutamente fuori luogo 😀 ). La carnagione è quasi cadaverica, gli occhi socchiusi e in alto le cinge il capo un’aureola rossastra, colore che ricorda il sangue, la morte, la passione. La vita della Madonna è legata a doppio filo alla vita e alla morte, all’amore e al dolore, e Munch ce lo ricorda adottando come colori predominanti il rosso e il nero.

 

L’urlo di Munch analisi e spiegazione

Una delle opere più note di Munch è certamente l’Urlo (o Il grido) del 1893. È molto famosa la spiegazione che ha fornito lo stesso pittore:

Camminavo per strada con due amici. Il sole era al tramonto e cominciavo a sentirmi avvolto da un senso di malinconia. A un tratto il cielo si fece rosso sangue. Mi fermai, appoggiandomi ad una staccionata, stanco morto, e fissai le nubi infiammate che gravavano, come sangue spada, sul fiordo nero-bluastro e sulla città. I miei amici continuarono a camminare. Io rimasi inchiodato in piedi, tremante di paura e udii un grido forte e infinito trafiggere la natura.

La biografia dell’artista offre molti momenti a cui ricollegare quest’opera: potrebbe riferirsi, secondo alcuni, alla vista della madre gravemente malata di tubercolosi quando l’artista era solo un bambino. Questo fattore, tuttavia, ha un’importanza marginale perché ciò che veramente ci colpisce è che lo schema dell’opera non ricorda nessun’altra opera d’arte precedente. I colori, inoltre sono stesi con violenza e hanno toni aggressivi, il modo di trattare il paesaggio e il cielo sono assolutamente inediti. 

Scarica la nostra scheda didattica in PDF gratuita per l’analisi e la spiegazione dell’opera di Munch!

Urlo di Munch analisi e spiegazione

 

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Comments to: L’Urlo di Munch, analisi e commento!
  • 6 Aprile 2020

    Grazie mille per l’aiuto

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