Continua il percorso attraverso la bellezza nell’arte. Abbiamo osservato come, nel tempo, il corpo e il gusto estetico si sia modificato in base ai vari periodi storici, proseguiamo con il Novecento, secolo di Avanguardie e sperimentazioni…
Il corpo brutto
L’inizio del Novecento vede uno stravolgimento della concezione di bellezza nell’arte.
A partire dal Cubismo e dagli studi di Picasso (caso esemplare Les Demoiselles d’Avignon) i corpi e i volti raffigurati non esprimono più quella grazia e quell’eleganza tanto ricercate in passato. Le Demoiselles di Picasso risentono della scultura etnica, così come le tahitiane dipinte da Gauguin, entrambi stereotipi di donne particolari, lontane dalla moda di Parigi e sicuramente non comuni per un europeo di inizio secolo.
Le cosiddette Avanguardie iniziano a sperimentare il corpo come simbolo di stati interiori, non più raffinatezza ma tratti che rimandano al primitivo, ad una sfera non pienamente codificata in cui l’uomo è vicino alla sua natura più istintiva.
Ecco che appaiono sulle tele bambine magrissime e nudi in posizioni innaturali eppure estremamente comunicativi.
L’arte fino alla metà del ‘900 inizia il percorso verso una bellezza fuori dal canone estetico, una bellezza che fa del brutto la propria cifra stilistica.
Il corpo sperimentato
Arriviamo infine al periodo successivo alle Guerre Mondiali. Tra gli anni Sessanta e Settanta il corpo diventa argomento centrale della società, della comunicazione e dell’arte. Sono gli anni della cultura hippie, della liberazione sessuale e del movimento femminista, e poi quelli delle contestazioni studentesche e delle lotte operaie; anni di grandi cambiamenti sociali e culturali.
L’arte si apre a nuovi linguaggi, dagli happening di Fluxus alla Body Art, alle performance, azioni artistiche in cui il corpo, al pari di una tela bianca, diventa fulcro centrale della ricerca artistica. Da questo momento in poi l’arte contemporanea si servirà del corpo,
esibendolo, maltrattandolo, a volte usandolo per generare disgusto, lontanissimo dalla grazia e dalla perfezione, dal canone estetico tanto ricercato in passato.
Il corpo oggi
Abbiamo osservato una sorta di evoluzione del linguaggio e dell’importanza che l’arte ha dato al corpo nei secoli.
Nel contemporaneo (intendo quello più recente), il corpo ha ancora notevole spazio in ambito non solo artistico ma anche sociale. Siamo le generazioni della televisione, dell’era di Internet, della moda e della comunicazione e l’arte, inevitabilmente, registra e sintetizza tutto questo.
Molti artisti lavorano proprio sull’espressione corporea, molto spesso attraverso performances, come ad esempio Marina Abramovic (attiva già dagli anni ’60), ma anche Vanessa Beecroft che con i suoi lavori spesso realizza dei tableau vivant; la sua riflessione pone al centro lo sguardo, la moda, il desiderio.
Questi sono solo pochi esempi per dimostrare come l’arte possa trattare in maniera sempre diversa una stessa tematica.
Nell’arte contemporanea non ci sono più vere e proprie correnti, si parla per lo più di tendenze. Anche i new media hanno influenzato moltissimo l’arte, creando così nuove modalità e nuovi temi; c’è stata, in sostanza, una grande contaminazione per cui oggi tutto, o quasi, potrebbe essere un prodotto artistico in potenza. Tornando al tema del corpo e della bellezza, se da un lato l’arte ci propone corpi esasperati, maltrattati, distrutti; dall’altro esiste tutto un filone di nuovi artisti che devono molto alla storia della moda. Il corpo quindi, torna ad essere quell’elemento di grazia e suprema bellezza da esaltare.
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