La didattica museale nasce dalla cultura museale anglosassone e in Italia arriva appena dopo il secondo conflitto mondiale: ripercorriamo insieme i primi approcci e le prime attenzioni rivolte al pubblico più giovane nei musei italiani.
La didattica museale in Italia, alle origini!
I primi approcci significativi alla didattica museale in Italia risalgono dunque agli anni immediatamente successivi alla Seconda Guerra Mondiale, lo avevamo già accennato nel nostro post che ci parlava delle origini della didattica museale.
Sapete che tutti i primi progetti di didattica museale portano la firma di direttori donne?
Prenderemo, qui e nei prossimi post, brevemente in esame le tre esperienze più significative anche a livello cronologico, di didattica museale: il progetto didattico presso la Galleria Nazionale di arte Moderna di Roma con Palma Bucarelli, lo studio del pubblico e del conseguente allestimento museale e gestione dell’attività didattica presso la Pinacoteca di Brera con Fernada Wittengs, e i primi passi della neonata sezione didattica alla Galleria degli Uffici a Firenze con Maria Fossi Todorow.
È proprio dagli atti del Convegno del 1971 ( AA.VV., Il museo come esperienza sociale, De Luca Editore, Roma, 1972) che emergono le prime esperienze di didattica nei musei italiani grazie ai contributi apportati in quella sede dalle direttrici, Palma Bucarelli e da Maria Fossi Todorow.
Esperienza didattica alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma: Palma Bucarelli
L’intervento di Palma Bucarelli, Funzione didattica del museo di arte moderna, è un manifesto della didattica museale dell’arte contemporanea, fin già dalle prime righe della premessa:
“Poiché la cultura è educazione, è chiaro che in tutti i musei la finalità educativa deve aggiungersi alla finalità scientifica, ed integrarla. In un museo d’arte moderna l’attività informativa e didattica si identifica con quella scientifica, anche e soprattutto a livello metodologico, al punto da potersi affermare che, in un paese culturalmente progredito, il museo d’arte moderna è parte costituiva e integrante del sistema dell’informazione e della cultura di massa. (…)che il problema della funzione didattica del museo si sia posta per il museo d’arte moderna prima che quelli d’arte antica e che la sua impostazione abbia assunto un carattere quasi paradigmatico”.
Dopo aver ribadito dunque la necessità, in primis per un museo di arte moderna e contemporanea, di favorire la funzione didattica che è accomunata alla funzione scientifica, è esposta in breve la storia della Galleria sotto la direzione di Palma Bucarelli, nel particolare momento, siamo nel 1945, in cui la Galleria riapriva i battenti dopo la Seconda Guerra Mondiale e la coraggiosa direttrice, dopo aver salvato dai bombardamenti, le preziose opere della Galleria, sceglieva la strada da seguire persuasa di voler fare del museo un apparato di cultura.
Fu così allestito un museo secondo un preciso schema didattico mirato ad avvicinare al museo pubblici diversi, non necessariamente colti conoscitori dell’arte: pubblico di ogni ceto e classe, mirando specialmente a interessare i giovani.
La portata rivoluzionaria del messaggio di Palma Bucarelli è chiaramente evidenziato nell’articolo di Laura Fanti su Nuova Museologia ( L. Fanti, La didattica alla GNAM negli anni di Palma Bucarelli, in Nuova Museologia numero 15,Novembre 2006) dove si legge che
“Diversamente dal concetto attuale di didattica, che fa pendant con “bambini”, “infanzia”, “laboratorio”, le iniziative della Bucarelli erano mirate alla “divulgazione”, alla “conoscenza”, alla “cultura”.
Per mirare alla divulgazione della cultura la Bucarelli gestì la programmazione del museo in chiave didattica, allestendo appunto mostre che contenevano la parola didattica già nel titolo. La prima fu la “Mostra didattica itinerante di riproduzioni di pittura moderna” che girò l’Italia in cinque anni dal 1946 al 1951, e che aveva come scopo quello di fornire una panoramica esaustiva e critica delle correnti dell’arte moderna, attraverso pannelli didattici e riproduzioni artistiche.
Fu Venturi che collaborò alla prima stagione didattica della Galleria, apportando contributi didattico-scientifici notevoli, traendo ispirazione dal MoMa, Museum of Modern Art di New York, il primo museo ad aver usato la didattica per la divulgazione dell’arte contemporanea,poiché aveva preso parte al progetto della Direzione Generale dell’Educazione di New York per avvicinare i musei alla scuola secondaria.
Dopo un ventennio in cui la Bucarelli lavorava in senso didattico al museo, il bilancio tracciato al Convegno del 1971 era dunque nettamente positivo. Un solo rammarico per la direttrice, un punctum dolens: per fare didattica ci vogliono i mezzi adeguati e di conseguenza, personale competente: purtroppo, oggi come allora, questi mezzi, per mancanza di fondi e non di competenze, erano carenti.
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Show comments Hide commentsGrazie per aver citato il mio articolo, estratto della mia tesi di specializzazione 🙂
saluti,
Laura Fanti
Grazie mille a te, Laura! Il tuo articolo/tesi è davvero interessante! Felicissima di sapere che ci leggi 😉 Alla prossima! Silvia A.