In occasione della mostra su Boccioni a Palazzo reale di Milano, vogliamo farvi scoprire le maggiori opere che troveremo esposte nelle sale di Palazzo Reale: in questo articolo vi parliamo di Luigi Russolo, pittore celebre per L’Arte dei rumori!
Mostra su Boccioni a Milano nel 2016: c’è anche Russolo!
Ad una grande mostra su Boccioni e il futurismo non potevano certamente mancare anche opere di altri grandi artisti del movimento come ad esempio quelle di Giacomo Balla, Carrà e Luigi Russolo.
Nato in provincia di Venezia nel 1885, Russolo si trasferisce nel 1901 a Milano e inizia a interessarsi di pittura anche se il suo primo grande amore fu la musica. Una delle sue prime opere note è Autoritratto del 1909, anno in cui conobbe Boccioni e Carrà. Partecipa alla prima guerra mondiale riportando delle ferite ma, soprattutto, profondi turbamenti tanto che nella seconda parte della sua vita deciderà di dedicarsi allo yoga, avvicinandosi alla filosofia orientale. Risale al 1913 il Manifesto dei rumori, l’eredità più interessante della sperimentazione futurista del Russolo, destinata ad avere larga fortuna influenzando la musica contemporanea.
Russolo, L’arte dei rumori
Nel diciannovesimo secolo, coll’invenzione delle macchina, nacque il Rumore.
Questa affermazione di Russolo si trova proprio all’inizio del Manifesto L’arte dei Rumori del 1913. Russolo, infatti, riflette su come la vita degli uomini si fosse svolta fino a quel momento «in silenzio o per lo più in silenzio» e come, con l’avvento della società industriale, tutto fosse cambiato: il rumore ha catalizzato l’attenzione degli uomini, non solo nelle periferie e nei centri delle grandi città ma anche in campagna, con l’introduzione di macchinari agricoli.
La musica, secondo Russolo, si è lentamente adattata a questa condizione:
La musica andò sviluppandosi verso la più complessa polifonia e verso la maggior varietà di timbri o coloriti strumentali, ricercando le più complicate successioni di accordi dissonanti e preparando vagamente la creazione del rumore musicale.
Secondo Russolo, quindi, i tempi sono maturi per la creazione di una nuova poetica musicale:
Noi futuristi abbiamo tutti amato e profondamente gustato le armonie dei grandi maestri. Beethoven e Wagner ci hanno squassato i nervi e il cuore per molti anni. Ora ne siamo sazi e godiamo molto di più nel combinare idealmente dei rumori di tram, di motori a scoppio, di carrozze e di folle vocianti, che nel riudire, per esempio, l'”Eroica” o la “Pastorale”.
Ma… In che cosa consiste la “musica futurista” o “rumorismo”? Russolo propone l’utilizzo di dissonanze, cacofonie, indeterminazione e atonalità fino ad arrivare alla costruzione degli Intonarumori, strumenti musicali molto particolari: venivano azionati da una manovella e producevano dei suoni simili a quelli dei motori! Vennero organizzati anche dei concerti rumoristi ma il pubblico solitamente non gradiva la performance musicale.
Russolo: il pittore di Portogruaro
In quest’opera, il cui titolo è già molto indicativo, Russolo rappresenta una donna secondo due punti di vista: il movimento e la velocità. Questi parametri sono molto importanti perché rappresentano una delle più grandi “invenzioni” dell’arte futurista, rappresentare mediante il colore e un’accurata costruzione plastica il movimento delle figure umane (o degli oggetti) nell’ambiente.
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