1. Didattica

Oltre la didattica museale c’è la didattica in digitale del museo!

Si può parlare oggi di didattica dell’arte online? I musei propongono la didattica museale digitale? Sono delle definizioni già esistenti o noi studiosi le dobbiamo ancora definire?

Come si evolve (o si ferma!) la didattica museale

Partiamo dal principio, per didattica museale e servizi educativi volendo riassumere, intendiamo tutte quelle proposte che il museo progetta e offre ai diversi pubblici attraverso il suo dipartimento educativo interno o affidato a società o associazioni che si occupano di servizi educativi per veicolare i suoi contenuti, approfondire e valorizzare la sua collezione
Una delle buone pratiche che si dovrebbero seguire, o che nei casi più virtuosi già si seguono nel museo, è quella della collaborazione tra il dipartimento curatoriale e il dipartimento educativo che così facendo favoriscono una progettazione educativa efficace, non lagunosa e organica rispetto a struttura museale, linea educativa e contenuto di mostra.
Le azioni educative del museo, ricordiamolo sempre, non si riferiscono solo al pubblico cosiddetto dei “più piccoli”, ma anche agli adulti organizzati in gruppo,  ai visitatori autonomi, alle famiglie, al pubblico di settore e al pubblico speciale.
Tutto questo avviene ovviamente al museo, tra le sale di mostra, negli spazi laboratoriali, in presenza!

Ma se il museo è chiuso causa DPCM?!

I visitatori, seppur in sicurezza, non possono varcare la soglia della mostra, il personale è nel museo vuoto o in home working, tutto è chiuso, ma il dipartimento educativo è e deve rimanere aperto!

Aperto alla progettazione educativa, aperto al pensiero creativo, aperto per creare con contenuti, per educare alla bellezza, anche in digitale!

Aperto soprattutto per essere al servizio della scuola. Durante i mesi di lavoro in presenza il pubblico naturalmente privilegiato delle azioni educative di un dipartimento educativo è senza dubbio quella della scuola ( per numero di presenze, per numero di attività, per vocazione dei responsabili, ecc). E ora che la scuola ( e non meno il museo) sta vivendo un momento critico di ritorno alla didattica a distanza, come può fare il museo a non smettere di erogare i suoi contenuti di bellezza?

Musei in didattica museale digitale e scuola in didattica a distanza: quale rapporto?

Bella domanda mi direte, cari colleghi professionisti del museo, operatori culturali, direttori di museo, presidi e docenti.

Una bella domanda che per fortuna ha una risposta: la progettazione educativa del dipartimento educativo del museo va ripensata in digitale, o meglio va fatta da capo!
Non si può  ripensare ai progetti didattici già esistenti in museo e registrati semplicemente in versione digitale? No! Nella maggior parte dei casi no! Se non lo abbiamo fatto al primo lockdown, alla prima chiusura lunga e forzata dei musei ora non abbiamo scuse.

Le azioni educative proposte dal museo devono essere pensate per il digitale.

Se all’inizio come era scontano e forse non criticabile, la scelta di trasportare in digitale visite guidate registrate, laboratori con materiali fai da te da trovare a casa, contenuti statici pensati necessariamente per essere stampati – non riflettendo sul fatto che molti a casa non hanno la stampante -oggi un dipartimento di ricerca come quello educativo di un museo non può permetterselo!

Contenuti digitali per la didattica dell’arte

Un contenuto statico digitale ad esempio va pensato per essere colorato, compilato, tagliato…in maniera digitale! Anche solo con gli strumenti a disposizione in un tablet o in uno smartphone, non può essere un A4 PDF stampabile o comunque, non solo quello!
La videolezione dal museo non può essere un curatore registrato che non risponde alle domande degli utenti o degli studenti perché somministrato in maniera asincrona ad una classe in DAD!

La didattica museale deve diventare digitale quindi non solo perché oggi è presente sui social e perché produce i contenuti per il calendario editoriale del museo ma perché deve progettare azioni educative efficaci a diffondere contenuti, a valorizzare, a favorire la fruizione del Patrimonio…in digitale!

Il digitale non può sostituire l’esperienza della visita in museo, dell’incontro con l’opera ma deve essere uno strumento in mano ai professionisti per veicolare contenuti altri e generare un’altra tipologia di esperienza, non meno efficace!

Il museo e la didattica dell’arte online: esperienza possibile!

Questo vuol dire che il dipartimento educativo del museo deve sperimentare la progettazione educativa in digitale, deve tornare a riflettere sul suo pubblico, scegliere lo strumento giusto tra i tanti a disposizione e creare contenuti originali che abbiano plus evidenti rispetto all’azione in presenza, contenuti che in presenza non si riescono a veicolare efficacemente, contenuti esclusivi, insoliti e/o inediti.

Solo a quel punto il museo e il suo dipartimento educativo avrà veramente assolto la sua funzione di agenzia di formazione del territorio che si propone alla scuola e entra nella classe digitale con un’azione educativa efficace, che fa vivere ai ragazzi un’esperienza diversa, inclusiva e stimolante, non la brutta copia della visita guidata!

Le proposte in digitale del museo saranno davvero, se progettate con questi obiettivi ben chiari in mente e con la conoscenza profonda degli strumenti digitali, un supporto ai docenti che gestiscono ore e ore di lezioni a distanza, e ai ragazzi che trovano un modo agile e poco formale di interagire col museo e con i professionisti che lo abitano…che di certo nella maggior parte dei casi non escono dall’ufficio e si presentano ad una scolaresca in gita mettendosi magari a disposizione per eventuali domande, non se non c’è un progetto educativo di questo tipo!

Non ci sono più scuse insomma, la didattica museale può essere pensata in digitale e le proposte così progettate dovranno essere contenute dell’offerta educativa dell’istituzione e comunicate ( non ce lo dimentichiamo mai!).

Si può fare, e ve lo dico per esperienza!

Chi legge questo blog, chi mi segue e chi mi conosce a lavoro lo sa, non sono solita lamentarmi e stare a guardare le cose che passano. Anche in questo e soprattutto nel primo momento di chiusura ho lavorato per rendere migliore l’esperienza educativa anche in digitale. Io e tutto il team zebrart abbiamo studiato, sperimentato, abbiamo fatto formazione e continuamo a farla, ci siamo confrontate con professionisti museali e non, con docenti universitari, abbiamo preso parte a dibattiti e studi e il buono ( e il bello) in tutta questa storia di affannosa ricerca e di imbarazzo davanti allo schermo in diretta è che è possibile educare alla bellezza anche in digitale.

E quando torneremo davanti all’opera – perché ci torneremo presto- saremo arricchiti, avremmo tanti altri strumenti, avremmo provato la mancanza dell’esperienza…e sarà ancora più bello.

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