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La Rosa di Fuoco: la Barcellona di Picasso e Gaudì tra arte e didattica

Fascinazione e inquietudine, modernismo e paura questi i sentimenti di artisti come Picasso, Casas, Rusignol e molti altri che la mostra “La rosa di Fuoco” di Palazzo Diamanti (Ferrara) ci racconta dal 19 Aprile al 19 Luglio 2015 

nel periodo tra l’esposizione Universale di Barcellona del 1888,con il suo entusiasmo celebrativo, e la cosiddetta settimana tragica del 1909, punto di estrema conflittualità della storia catalana.
Barcellona in una foto d'epoca in mostra a ferrara

Fascinazione e speranza mostrate sin dall’inizio attraverso il piano urbanistico di Barcellona del 1860 progettato da Ildefons Cerdà. Un progetto ispirato da principi d’igiene e uguaglianza ispirate dall’entusiasmo per il passaggio da semplice territorio agricolo a luogo di risonanza internazionale grazie alla rivoluzione industriale, commerciale e finanziaria.

Ci vuole poco, però perché i barcellonesi capiscano che il piano urbanistico di Cerdà rimarrà solo idealistico mettendo in luce le contraddizioni del progresso che ispirano il volto desolato e malinconico con cui Picasso dipinge “I tetti di Barcellona” durante il suo periodo blu.

Gaudì: architettura, natura e progettazione a testa in giù

La nostra attenzione si ferma laddove cogliamo lo stupore dei bambini e quindi non poteva sfuggirci il progetto della Colonia Gùell mostrato nella seconda sala.

Gaudì crea una struttura priva di angoli, che i bambini presenti durante la mia visita non hanno avuto alcuna difficoltà ad identificare con le grotte.

L’entrata nella stanza di questa scolaresca non ha lasciato dubbi su quale fosse il punto di maggior attrazione ai loro occhi, si sono precipitati intorno alla struttura e subito hanno iniziato a fare ipotesi: “E’ un lampadario?”, “ Ma no è l’interno della grotta!”, “ No No è il disegno del vento…” molte sono state le affermazioni che ho avuto il piacere d’ascoltare e tutte erano degne di essere annotate finchè una bambina non ha esordito dicendo: ”Ma non vedete che c’è lo specchio? Bisogna guardare dentro e la forma si gira”. Ecco la magia dei bambini pochi secondi e avevano già capito tutto spiegando anche a me cosa fosse ciò che avevo davanti

Si tratta di un complesso sistema di corde e pesi corrispondente al carico esercitato sulle volte e sulle colonne per simulare la forma rovesciata della chiesa. Il progetto originale è andato distrutto ma in occasione della mostra ne è stata realizzata una riedizione.

Sotto l’installazione è stato posto uno specchio che serve a mostrare come, successivamente, il capovolgimento delle fotografie fatte all’installazione abbaino mostrato all’artista il modello su cui tracciò i disegni progettuali.

Nel modello della mostra si è voluto arricchire tale progetto utilizzando catene più scure che mostrino l’impianto dell’unica parte realizzata della chiesa: la cripta.

 Il percorso della mostra tra Barcellona e Parigi

picasso in mostra a Palazzo diamanti a Ferrara

Mettiamoci ora di fronte al video che mostra il percorso compiuto attraverso la Barcellona di inizio Novecento da un tram su cui era stata installata una cinepresa. Sediamoci su questo immaginario tram e partiamo per questo viaggio che si dipana tra taverne ispirate ai cafè parigini come  “El quatre gats” animata dai padri fondatori del modernismo in pittura: Casas e Rusignol e da un giovane Picasso che vedremo crescere durante la mostra; spazi pubblici ricchi di simboli e contrasti sociali e luoghi privati in cui l’universo del boudoir con i suoi ornamenti e i rituali raccontati da Gonzàles si mescola all’agio e alla tranquillità dei ceti emergenti che Casas ci racconta nei suoi informali ritratti d’ambiente.

Siamo quindi nel riposo, nell’agio e nelle feste moderniste in un clima decisamente bohémien quando si spegne la luce e la stanza successiva ci mostra il modello per una scenografia di Wagner. I modernisti subirono il fascino della musica e dell’estetica di questo compositore e queste scenografie ben si collegavano all’oscillazione tra l’interesse per la resa oggettiva della realtà naturale e l’esaltazione della visione soggettiva che sfocia nel simbolismo. Proprio in questa dualità ci viene incontro Joaquim Mir con le sue tele in cui i dettagli si dileguano per lasciar posto alla suggestione del colore.

Natura e città si susseguono e si rincorrono in questa esplorazione che stà volgendo quasi al termine, un ultimo sguardo rivolto a Parigi che gli artisti catalani elessero come seconda patria, con la sua immagine di tentacolare metropoli disordinata, minacciosa ma anche ammaliante,ed ecco infine il passaggio tra il fuoco della passione suscitato dalle femme fatale e dalle lucciole vestite di veli vaporosi e iridescenti  di Picasso e Camarasa e quello vero, quello che brucia e distrugge che ha caratterizzato la cosiddetta settimana tragica.

Sono immagini di fiamme distruttrici, di macerie, di barricate quelle che scorgiamo nelle foto che raccontano questo evento. Foto di distruzione e guerra, che cancellano gli agi e gli sfarzi finora incontrati per lasciar posto solo ai miserabili: i poveri, i diseredati che il processo di modernizzazione ha escluso dalla società e che Picasso ci racconta egregiamente nel suo “Il pasto frugale”.

Mattonelle di Gaudì e laboratori en plain air : le proposte didattiche della mostra

Una mostra che tanto ha da raccontare anche attraverso laboratori artistici per bambini e famiglie e di cui abbiamo scoperto le proposte didattiche grazie all’associazione “senza Titolo” che cura e realizza le attività promosse da Ferrara Arte.

“Senza titolo” adotta una metodologia basata sul dialogo, il coinvolgimento attivo dei partecipanti e il fare pratico.

Un esempio è l’utilizzo della tecnica del frottage con i pastelli per “catturare” un frammento delle mattonelle ideate da Gaudì per il pavimento di Casa Mila ricostruito in mostra nella sala che mostra anche il suo metodo di progettazione. Ai bambini viene poi chiesto di progettare la decorazione per una propria mattonella ispirandosi alle forme della natura. Tutte le mattonelle create dai bambini, unite insieme, andranno così a creare un unico e singolare pavimento…..

Considerato il periodo in cui si svolge la mostra,però è in programma una novità: una proposta di visita animata e laboratorio en plain air nel giardino di Palazzo dei Diamanti rivolta ai centri estivi della città e della provincia. I bambini iscritti ai centri estivi potranno vivere, accompagnati da educatori museali specializzati, un viaggio nel tempo alla scoperta delle opere di grandi artisti per rivivere l’atmosfera effervescente della città catalana. Al termine della visita, dopo una merenda all’aperto, in un’area appositamente allestita nel giardino, si svolgerà l’attività di laboratorio dedicata e ispirata ad alcune delle opere presenti in mostra.

La stessa proposta è rivolta anche alle famiglie con bambini di età compresa tra i 5 e i 12 anni. L’attività di visita animata e laboratorio en plain air per le famiglie è in programma sabato 13 giugno alle ore 15.00.

I gruppi di centri estivi (massimo 25 bambini per gruppo + educatori, con possibilità di accogliere più gruppi contemporaneamente) possono partecipare tutte le mattine e tutti i pomeriggi dal lunedì al venerdì dall’8 giugno al 17 luglio su prenotazione. L’attività è gratuita, ad eccezione del biglietto di ingresso in mostra (ridotto scuole 5 euro, gratuito sotto i 6 anni).

L’attività del 13 giugno dedicata alle famiglie si svolge su prenotazione per un massimo di 15 bambini ed è completamente gratuita; i genitori pagano il biglietto di ingresso in tariffa ridotta.

Informazioni e prenotazioni visita il sito dell’associazione  www.senzatitolo.net dove troverai tutti i contatti.

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