La scuola sta diventando sempre più digitale: la DAD è utilizzata in molte scuole d’Italia e in questo “stravagante” 2020 anche le primarie e alcune pionieristiche scuole dell’infanzia hanno sperimentato l’utilizzo di mezzi di comunicazione a distanza per non perdere il contatto con i bimbi.
Gli insegnanti, quindi, stanno facendo una grande fatica per imparare a utilizzare uno strumento in certi casi nuovo o per tenersi aggiornati. Ci sono molti libri sulla didattica a distanza che hanno l’obiettivo di esaminare softwre e strumenti per la DAD e l’e-learning.
Oggi vi parlo di uno di questi volumi, edito da EdiSES, a cura di E. Barbuto, intitolato La didattica a distanza. Metodologie e tecnologie per la DaD e l’e-learning.
“La didattica a distanza” EdiSES: indice e argomenti
Il volume è diviso in quattro parti, per un totale di 7 capitoli più 8 esempi.
La prima parte tratta sinteticamente del ruolo del DS nella DAD, delle normative circa il lavoro agile nei tempi di emergenza, sul ruolo degli ogani collegiali e dell’animatore digitale. Tutti argomenti con cui, sebbene tra mille difficoltà, i docenti si sono già confrontati in occasione del lockdown della prima metà del 2020. Interessante la (breve) parte sulla privacy nella DAD, un tema spesso poco approfondito.
La seconda parte è intitolata Metodologie didattiche da applicare con la didattica a distanza, si tratta di un recap su quello che ogni docente ha ampiamente studiato nel corso della sua carriera e dei numerosi di corsi di formazione a cui ha preso parte: ovvero le caratteristiche e differenze basilari tra lezione frontale, apprendimento attivo, apprendimento tra pari, apprendimento collaborativo e il reciprocal teaching. Non c’è un vero e proprio approfondimento su come applicare queste teorie alla DAD.
Con la terza parte si dovrebbe entrare maggiormente nel vivo: i capitoli 6 e 7 che lo costituiscono sono intitolati L’impianto didattico-metodologico della Didattica a distanza e Gli strumenti della didattica a distanza.
Il cap. 6 propone delle definizioni su alcuni termini come “didattica a distanza”, attività “sincrone e asincrone”, “classi virtuali”. Non mancano degli spunti interessanti, per esempio mettendo a paragone i criteri di contemporaneità ed esclusività delle attività DaD e sulla valutazione, un capitolo spinoso e controverso.
Gli strumenti della DaD
Il cap. 7 sugli strumenti della DaD consiste in spiegazioni (corredate da screen delle schermate) su come utilizzare software di uso ormai quotidiano, come Edmodo, Google Classroom, Zoom e Skype. Qualche spunto interessante può essere tratto dalla sezione sulle lavagne virtuali collaborative online (AWW e Conceptboard) e i software per la creazione dei Learning objects (eXeLearning, GeoGebra ad esempio) se non si possiede una grande familiarità con questo genere di strumenti.
La quarta parte, secondo me, è la più interessante. È divisa in esempi, ognuno dei quali si concentra su una specifica materia. Ogni esempio presenta la spiegazione approfondita di un’unità didattica progettata per la DaD. Ogni unità è portata avanti attraverso fasi, per ognuna delle quali vengono esplicitati obiettivi, tempi, strumenti necessari, e non mancano anche approfondimenti sulle griglie di valutazione.
Ciò che colpisce è che nella maggioranza dei casi gli strumenti digitali utilizzati sono quelli più noti al grande pubblico, come ad esempio Skype e Youtube. È una scelta interessante, che se da una parte ci permette di portare avanti la didattica senza la necessità di imparare a utilizzare strumenti nuovi, quindi con una certa immediatezza, dall’altra fa sorgere una domanda: questi strumenti sono davvero i migliori possibili? O quelli che in quel momento di crisi e di emergenza erano i più facilmente reperibili?
La progettazione di una didattica a distanza efficace passa anche attraverso la scelta consapevole degli strumenti digitali
Attenzione, dunque: siamo noi a dover scegliere lo strumento a seconda delle nostre esigenze! Non dovremmo mai cambiare obiettivi educativi/didattici solo perché non conosciamo lo strumento giusto.
Gli esempi di DaD divisi per materie
Le materie trattate in questa quarta parte sono italiano, matematica, fisica, tecnologie informatiche, scienze della Terra. Le materie che non vengono trattate, come potete notare, sono tante, per esempio storia, geografia, disegno tecnico, educazione fisica… Inoltre non posso non menzionare l’assenza di arte e immagine (deformazione professionale! 🙂 ) !
Ciò che manca, al di là degli approfondimenti su singole materie, che certamente sono reperibili in altri volumi o contributi online, è la presenza di un percorso interdisciplinare che riesca a collegare diversi ambiti e che, finalmente, possa aiutare i ragazzi a lavorare con maggiore fluidità tra discipline diverse, a fare collegamenti e a considerare la cultura e la conoscenza come qualcosa di “unico” e non a compartimenti stagni. Questa è una delle grandi pecche del sistema scolastico italiano, a mio avviso, e il digitale può aiutarci tantissimo a lavorare in questa direzione.
Il digitale è uno strumento preziosissimo per lavorare sull’interdisciplinarietà
Sì, è vero: non è facile. Ci vogliono competenze trasversali, flessibilità, tanto tanto tempo e anche una certa collaborazione tra professori di materie diverse. Ma la sfida che la DaD ci propone è proprio quella di andare oltre i nostri schemi abituali sia mentali che di organizzazione del lavoro.
“La didattica a distanza” EdiSES: per chi è consigliato?
Mi sento di consigliarlo ai docenti che non hanno una grande familiarità con il digitale: in questo caso potrebbero trovare molto utili gli screen e le spiegazioni dei vari passaggi da effettuare per utilizzare i programmi. Può essere utile anche a chi è interessato a un approfondimento teorico, grazie ai primi capitolo un po’ più generali.
A livello contenutistico e per le materie trattate, lo consiglierei a chi lavora nella scuola secondaria di I grado o è interessato a farlo.
“La didattica a distanza” EdiSES: per chi non è adatto?
Se possedete già una discreta familiarità con il computer lo potreste trovare un po’ banale. Se siete in cerca di idee concrete per progettare in digitale non è il volume che fa per voi. Non nego che nella quarta unità c’è qualche spunto interessante ma non comprerei l’intero volume per poche pagine effettivamente utili.
Conclusioni
È evidente che il volume La didattica a distanza. Metodologie e tecnologie per la DaD e l’e-learning è nato a seguito dell’esperienza di alcuni docenti italiani durante il primo lockdown del 2020. Rappresenta il punto di arrivo delle loro riflessioni, sperimentazioni e studi.
Tuttavia, il mondo digitale e di conseguenza la DaD, è a fortissimo rischio di obsolescenza, tanto che le considerazioni, le “scoperte” e le idee partorite tra marzo e giugno sembrano già vecchie agli occhi di chi le legge pochi mesi dopo.
A mio avviso si tratta di una pubblicazione utile su due versanti: da una parte per documentare il cosiddetto “stato dell’arte” della DaD in un determinato momento storico, dall’altro per fare il punto su alcune questioni teoriche importanti, come la definizione di terminologie e concetti.
Non è indicato a chi si aspetta di ricevere strumenti concreti per progettare e realizzare una DaD efficace, ma è interessante nello studio del fenomeno nella sua globalità, come parte di una bibliografia più ricca, in quanto tassello di un puzzle in continuo divenire.
La didattica a distanza. Metodologie e tecnologie per la DaD e l’e-learning (volume con estensioni online), a cura di Emiliano Barbuto, EdiSES, Napoli 2020, pp. 387.
No Comments
Leave a comment Cancel