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Il Pantheon a Roma, storia e descrizione!

Siete mai stati a Roma? Allora quasi sicuramente avrete visto il Pantheon, una delle opere più famose della Città Eterna! Vediamo come parlarne ai bambini durante la nostra prossima gita 🙂

Il Pantheon e la sua storia

interno del pantheon descrizione e storia
Interno. Credit: Nicolas Mailfait

Pantheon” è una parola composta che deriva dal greco e indica che il tempio è dedicato al culto di tutti gli dei. Gli antichi romani, infatti, erano originariamente politeisti ovvero adoravano molte divinità ognuna delle quali veniva invocata a protezione di un determinato aspetto della vita privata e pubblica. Ad esempio Cerere era la dea protettrice della fertilità, della terra e delle nascite in generale; Nettuno, invece, era il dio delle acque. Le divinità romane erano tantissime e il tempio fu originariamente costruito da Agrippa nel 27/25 a.C. ma venne distrutto da un incendio nell’80 d.C. Fu ricostruito da Domiziano e bruciò di nuovo nel 110 d.C. e, infine, venne riedificato da Adriano. In seguito si susseguirono diversi restauri come quelli avvenuto sotto Caracalla e Settimio Severo.

Il Pantheon a Roma: descrizione breve

pantheon pianta descrizione breve
Pianta del pantheon adrianeo

Il Pantheon si trovava nell’antico Campo Marzio (attualmente rione Pigna) ed è famoso in tutto il mondo per la sua forma circolare che lo ha reso immortale, basti pensare che anche durante l’età moderna architetti di tutta Europa lo studiarono con grande attenzione. Il vano circolare, molto ampio e luminoso, è preceduto da un prònao, ovvero da una sorta di portico sorretto da sedici colonne corinzie di granito grigio e rosa. Le colonne sostengono un frontone con un’iscrizione molto famosa dedicata ad Agrippa. Le iscrizioni in latino sui monumenti sono solitamente abbreviate per esigenze di spazio ed è per questo motivo che spesso risultano un po’ difficili da comprendere. Quella del Pantheon recita:

M. Agrippa L. F. Cos. Tertium fecit

che va sciolto in “Marcus Agrippa Luci filius consul tertium fecit” e si può tradurre con “Lo costruì Marco Agrippa, figlio di Lucio, durante il suo terzo anno di consolato”. 

La cupola cassettonata raggiunge l’altezza massima di 43 metri e scarica il proprio peso grazie alle volte su otto pilastri vuoti all’interno. Ogni volta di scarico determina la formazione di una nicchia. La solidità dell’edificio è assicurata da fondamenta robuste e dall’uso di materiali sempre più leggeri man mano che si procede verso l’alto. L’illuminazione è assicurata da un’apertura detta “oculus” del diametro di ben 9 metri! La luce che penetra all’interno dell’edificio varia a seconda dell’ora del giorno illuminando di volta in volta parti diverse. La bellissima cupola era originariamente ricoperta di bronzo dorato, tuttavia l’imperatore Costante II le fece asportare per fonderle nuovamente. Nell’VIII secolo la calotta fu nuovamente ricoperta di piombo, un metallo decisamente meno pregiato e il bronzo, ricordiamo, era originariamente presente anche nel portico, tuttavia papa Urbano Barberini ordinò il suo prelievo per la realizzazione del maestoso baldacchino a San Pietro, realizzato da Bernini, uno dei maggiori esponenti del Barocco.

facciata pantheon descrizione breve e storia
Credit: Sergio D’Afflitto

Ancora oggi, infatti, si dice che:

Quello che non hanno fatto i barbari lo hanno fatto i Barberini!

Nel 608 sotto il pontificato di Bonifacio IV il tempio passò al culto cristiano e fu dedicato a Santa Maria ad Martyres. Nel corso del tempo vi furono inumati i resti di alcuni martiri cristiani e di alcuni sovrani d’Italia, Vittorio Emanuele II e suo figlio Umberto I.

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