1. Impara l'arte

Laboratorio multiculturale per la scuola primaria

Chi fa il nostro lavoro e chi lavora nelle scuole sa bene che le classi delle scuole di ogni ordine e grado accolgono sempre più spesso studenti provenienti da diverse parti del mondo. Vediamo come progettare un laboratorio multiculturale per la scuola primaria!

La presenza di bambini o ragazzi che hanno un background culturale diverso, lungi dall’essere un problema, dovrebbe essere visto come una ricchezza! Chi lavora con i bambini ha la possibilità (e la responsabilità!) di contribuire alla formazione di cittadini responsabili, capaci di vivere in una società multiculturale portando avanti valori quali la cooperazione, l’accoglienza e l’integrazione.

Trattandosi di un linguaggio universale, l’arte può essere uno strumento prezioso per lavorare sul multiculturalismo.

Che cosa significa “multiculturalismo”?

Questo termine è molto interessante perché permette di riflettere sulla possibilità di conoscere l’altro, di apprendere le diversità fra una cultura e un’altra preservandole ed evitando che una delle due parti debba rinunciare a elementi preziosi della propria tradizione.

gauguin per la scuola primaria laboratorio didattico multiculturale
P. Gauguin, Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?, 1897.

Spesso nei nostri post abbiamo scritto che è importante insegnare ai più giovani una cosa sopra tutte le altre: la curiosità, per non smettere mai di farsi domande, non accontentarsi di contemplare la superficie (spesso ingannevole) delle cose. A questo compito corrisponde la necessità di insegnare ai bambini la conoscenza dell’alterità senza pregiudizi, interessandosi senza aver paura della diversità, trovando punti di contatto perché essere amici significa anche rispettare le caratteristiche della personalità e della cultura dell’altro!

Laboratorio multiculturale per la scuola primaria… A base di arte!

Come possiamo affrontare questo argomento molto complesso con i bambini? Con un bel laboratorio multiculturale per la scuola primaria! Come al solito l’arte contemporanea ci viene in aiuto 🙂 Il rapporto con l’alterità è stato approfonditamente indagato da molti artisti, per esempio Paul Gauguin che visse per diversi anni a Tahiti e che ci ha lasciato opere bellissime nelle quali possiamo notare quanto forte è stata su di lui la fascinazione per quella terra.

Dopo aver mostrato le sue opere ai bambini, potremmo cercare di stimolare la riflessione circa la diversità fra i paesaggi ai quali sono abituati e quelli dipinti da Gauguin, inoltre… Che colori utilizza l’artista e quali sensazioni ci trasmettono? Come sono vestite le ragazze rappresentate nel dipinto? Non esiste nulla di “sbagliato” o “giusto” universalmente ma ogni paese ha le propri abitudini e tradizioni! Senza andare troppo lontano… Pensiamo a quanto sono differenti le tradizioni popolari delle nostre regioni italiane 🙂

confronti tra opere scultoree e pittoriche di picasso
A sinistra: P. Picasso, Figura, 1907. A destra, P. Picasso, Les Demoiselles d’Avignon, 1907 (dettaglio).

Pablo Picasso piace molto ai bambini: è stato un pittore ma anche scultore, amava passeggiare per le sale del Trocadero a Parigi e osservare i manufatti e le opere della collezione africana. Le maschere, in particolar modo, lo suggestionano moltissimo e gli danno l’opportunità di riflettere criticamente sul significato del “ritratto”. In Europa, infatti, è un genere che affonda le radici nell’antichità ed è sicuramente tra quelli più studiati e adottati da artisti di tutte le epoche. Il criterio che ha guidato la maggioranza delle sperimentazioni sono relative alla verosimiglianza, si cercava quindi di realizzare un ritratto (utilizzando la pittura o la scultura) che rappresentasse fedelmente le fattezze di una certa persona. Parallelamente hanno avuto grande seguito anche gli studi di fisiognomica, grazie ai quali si studia come rendere al meglio le espressioni e le emozioni che traspaiono dal nostro viso. Quando gli artisti europei -tra cui Picasso- osservano per la prima volta le maschere africane, capiscono di essere di fronte ad un modo completamente diverso di intendere il corpo umano, il volto, le espressioni e soprattutto il ruolo e la funzione dell’opera!

In questo caso si possono prendere in esame le maschere africane per approfondire la metodologia rappresentativa del sé e dell’altro, lavorando sulla differenza tra ritratto e autoritratto, ma anche sulle emozioni, combinando -perché no!- parola e disegno. Le possibilità sono tantissime!

 

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