Di musei ne ho visitati un po’, di mostre ne ho vista qualcuna. Alcune le ho dimenticate in fretta, altre mi sono rimaste negli occhi a lungo. Mi sono chiesta spesso da cosa derivasse la selezione naturale compiuta dal mio cervello e sono arrivata alla conclusione che è tutta colpa delle mie inclinazioni.
A me piacciono le storie. Mi piacciono i romanzi e i racconti; mi piacciono la musica e il cinema perché raccontano le storie in modo diverso dalla letteratura; mi piace l’arte, e mi piacciono i musei, che rappresentano forse il mezzo di narrazione più complesso tra quelli elencati.
Non fraintendiamoci, -il termine storia è tanto generico da produrre centinaia di potenziali equivoci- non mi aspetto storie a lieto fine, né storie orrorifiche né ad alto tasso di fantascienza: è l’atto della narrazione che mi affascina, il lasciarsi andare facendosi cullare dalla voce di un narratore invisibile che prende per mano e regala, semplicemente, la sua storia. Mi piacciono anche le storie che non finiscono come avrei voluto, mi piace persino sentirmi tradita, quando succede qualcosa che non avrei mai voluto che accadesse, mi piace provare la meraviglia che silenzia le corde vocali, mi piace, infine, cercare le connessioni, analizzare, smontare, riassemblare, operazioni che risultano piacevoli solo quando la storia è buona.
La mostra dal titolo Intenzione Manifesta. Il disegno in tutte le sue forme al Castello di Rivoli (Torino) è un immaginifico contenitore di storie, anzi, di 170 storie raccontate da 61 artisti. Allestita negli spazi della Manica Lunga e del terzo piano della residenza, la mostra affronta un tema estremamente complesso, quello del disegno, che si presta a molteplici riflessioni. Medium connesso e al tempo stesso indipendente da altre tecniche artistiche, il disegno può essere pratica quotidiana di sfogo e di autocontrollo e accoglie tante accezioni quante sono le sezioni in cui Intenzione manifesta è divisa (Paradosso della prassi; Racconto dell’essere artista; Traccia; Concetto senza tempo; Disegno politico; Citazione come memoria scrittura del mondo; Chiaroscuro ovvero della raffigurazione; Pratica progettuale e azione).
Se ad un certo punto ho bisogno di crearmi un’idea, di tirare fuori una cosa per una mostra e tutto sommato mi piacerebbe presentare un lavoro nuovo, allora mi metto a scarabocchiare.
Scriveva Luciano Fabro, lasciando intendere come il disegno sia al contempo processo automatico e cognitivo, gestuale ma anche cognitivo.
L’allestimento comprende anche opere di artisti quali Balla, Giacometti, Morandi, Licini, Klee, Mirò, Guttuso e Mondrianche si sono rivelati fondamentali per la formazione delle generazioni più recenti. Le opere sono organizzate in sequenze con l’intenzione di accompagnare il visitatore in percorsi narrativi nei quali colori, segni, fantasie e ricordi si intrecciano fino a diventare indissolubili.
Tra gli autori che mi hanno maggiormente colpita non posso non citare Cai Guo-Quiang, con il video Creation of Spring, Summer, Fall, Winter e l’opera dal titolo Black Peony, che insiste sui temi della bellezza, della nascita e della distruzione; Paries pictus – twisted cities di Robin Rhode, che ci ricorda come il disegnare sui muri sia un gesto antichissimo che permette di appropriarsi, come se si trattasse di un rituale magico, dello spazio circostante, e le 23 Well-know stories di Nedko Solakov, che raccontano in che modo vive il suo essere artista, come suggerisce il titolo della sezione.
La mostra dal titolo Intenzione Manifesta. Il disegno in tutte le sue forme al Castello di Rivoli (TO), curata da Beatrice Merz con la collaborazione di Marianna Vecellio, è aperta al pubblico fino al 25 gennaio.
Un consiglio: non prendete l’ascensore! Non vorrete perdervi l’opportunità di osservare da vicino Made to produce a spark di Lawrence Weiner lungo tutto il vano delle scale e The wand di James Lee Byars, una gigantesca bacchetta ricoperta d’oro che attraversa in altezza tutto lo scalone del Castello.
Se vorrete fare una pausa tra un piano e l’altro la Caffetteria aderisce alla campagna A tavola con Emergency per sostenere l’attività del centro chirurgico di Kabul.
Per tutte le informazioni visitate il sito del Castello di Rivoli.
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