Siete mai stati a Cividale del Friuli? Secondo noi dovreste prenderla in considerazione per la prossima gita fuori porta, oggi vi parliamo dei suoi bellissimi monumenti longobardi!
Cividale del Friuli monumenti longobardi da visitare!
Cividale del Friuli ha una storia molto interessante. Elevata al rango di municipio da Giulio Cesare nel I sec. a.C., prese il nome di Forum Julii, il nome che poi avrebbe assunto l’intera regione. Quando i Longobardi scesero in Italia, la città divenne sede del primo governo longobardo e cambiò nome in Cividale.
Il monumento longobardo più famoso di Cividale del Friuli è il Tempietto, costruito intorno alla metà dell’VIII sec. come cappella palatina, ovvero luogo di culto riservato all’utilizzo del gastaldo, il signore della città. Probabilmente è stato costruito su iniziativa di Astolfo, duca del Friuli tra il 744 e il 749. Il Tempietto venne successivamente consacrato al culto cristiano e dedicato a Santa Maria in Valle e l’intera gastaldia, la residenza del signore, trasformata in un monastero.
Il Tempietto non ha subito pesanti rimaneggiamenti e presenta un’aula a pianta quadrata con presbiterio diviso in tre navate. I mosaici originari purtroppo sono andati persi ma rimangono decorazioni fitomorfe con uva e tranci di vite sulle cornici e le ghiere delle porte e della finestra. Restano anche tracce di affresco all’interno di una lunetta, il soggetto è molto probabilmente Cristo tra gli arcangeli Michele e Gabriele. Accanto alla finestra e sopra la lunetta decorata ad affresco troviamo delle figure di Sante in stucco: la loro posa è rigida, il panneggio non più morbido e avvolgente e ci mostra come le forme classiche vengano rilette e reinterpretate.
Cividale del Friuli: l’altare di Ratchis
Presso il Museo Cristiano è custodito il famoso Altare di Ratchis (un duca longobardo), realizzato tra 737 e 744. Si tratta di un blocco di pietra d’Istria decorato sulle quattro facce laterali. La lastra superiore è andata distrutta. Le scene raccontano due episodi molto noti (la Visitazione e l’Adorazione dei Magi), sul terzo lato troviamo due grandi croci che ricordano da vicino l’oreficeria e l’arte longobarda con le sue caratteristiche preziose, sul quarto lato la raffigurazione del Cristo in maestà. Osserviamo attentamente, la decorazione è accurata ma non rivela il desiderio di evocare la terza dimensione, restando bidimensionale. La lavorazione è molto delicata e i volti sono tutti molto simili, i personaggi hanno espressioni ieratiche e immobili, le pose sono rigide.
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