È stata inaugurata da pochissimi giorni una mostra che vede l’archeologia e l’arte contemporanea unirsi per lanciare un messaggio sociale e di amore per la città di Roma. Oltre 60 artisti hanno esposto, in una cornice davvero suggestiva, le loro opere a sostegno dell’anticorruzione.
Il progetto
Il progetto espositivo è ambizioso: smuovere le coscienze attraverso un connubio tra arte e archeologia, suscitare emozioni e riflessioni riguardo un tema che da qualche tempo domina le cronache italiane.
Roma, teatro di storia e politica millenarie, è oggi sede di una inchiesta riguardante la corruzione: mafia Capitale.
Se è vero che uno dei motivi d’essere dell’Arte è quello di aprire gli occhi, di suscitare la crescita e la riflessione, di accendere il dibattito sulle più scottanti tematiche coeve, allora Corruzione Capitale è la mostra per antonomasia. Un vero e proprio percorso che parte dall’odierno ma ha le proprie radici nel passato e abbraccia tutte le epoche del malaffare. (Comunicato stampa della mostra)
Lo spazio: lo stadio di Domiziano
Lo spazio che accoglie la mostra di arte contemporanea è davvero suggestivo: lo stadio di Domiziano.
Lo stadio è situato sul lato nord della celebre Piazza Navona ed è il primo esempio di costruzione di uno stadio per l’atletica in muratura, risale all’86 d.C. e fu costruito per volontà dell’imperatore Domiziano.
Lo stadio era riservato alle competizioni atletiche di corsa, lotta, e pugilato e ospitava circa 30.000 spettatori. Fu restaurato da Alessandro Severo nel III secolo e rimase in uso fino al V secolo.
Nella seconda metà degli anni ’30 fu riportato alla luce durante dei lavori di demolizione nelle adiacenze della piazza. Emersero murature e pilastri che vennero salvate e ancora oggi rimangono parzialmente visibili dall’esterno e accessibili alle visite all’interno.
Alcune opere esposte
I lavori di arte contemporanea e la tematica della mostra ben si prestano ad essere accolte tra i reperti dello
stadio di Domiziano.
È interessante notare come l’arte possa convivere e collegare virtualmente nel tempo due epoche della stessa città.
Antonietta Campilongo (che abbiamo già conosciuto qui), curatrice della mostra, ha selezionato più di 60 artisti i quali esprimono, con materiali e tecniche differenti, il loro sentimento per la città e la loro sensibilità nei confronti dell’argomento. Tra le opere molti lavori sono realizzati con tecniche particolari come ad esempio il lavoro di Aidan: apparentemente un quadro, ma puntandolo (tramite applicazione) con uno smartphone o un tablet il dipinto prende vita grazie ad un lavoro realizzato dall’artista in realtà aumentata; o ancora la scultura di Marco Veronese, guest star della manifestazione la cui opera, di forte impatto, rappresenta nient’altro che l’Italia, attaccata ad una croce.
info utili:
La mostra è visitabile fino al 5 luglio 2015 presso gli spazi dello stadio di Diocleziano in via di Tor Sanguigna, 3.
Il progetto è a cura di Antonietta Campilongo e dell’Associazione Neworld.
Per ulteriori informazioni vi rimandiamo al sito ufficiale dell’associazione.
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