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Arte Dada: giochiamo con le parole e la poesia!

Partiamo dalle parole! Vi sembrerà strano questo punto di vista 😉 Qui siamo abituati a partire dall’immagine! Con l’arte Dada, per una volta, partiamo dalle parole! Scopriamo insieme tutti i segreti della parola Dada e del linguaggio di questi bizzarri artisti…ci divertiremo!

Arte Dada, Dadaismo…ma che cosa significa la parola Dada?

la gioconda con i baffi

Vi sarete sicuramente chiesti cosa significhi la parola Dada, e se non lo avete fatto ci penseranno sicuramente i bambini non appena nominerete questo fantastico gruppo di artisti che con la loro ironia e con le loro provocazioni hanno rivoluzionato la storia dell’arte!

Per approfondire l’argomento vi ricordo i nostri post a proposito di uno dei grandi protagonisti dell’arte Dada, Marcel Duchamp che abbiamo raccontato ai bambini, e ovviamente il nostro laboratorio didattico sull’arte Dada di Torino sugli Scherzi ad arte con Dada!

E allora iniziamo a svelare i segreti: Dada non significa assolutamente nulla, non è un acronimo e non è una sigla, ne tantomeno è una parola magica.  Non significa nulla scriveva anche Tzara nel  Manifesto Dada del 1918.

Da-da sono il suono delle prime sillabe di parole non ancora composte che il bambino emette, balbettando molto spesso, prima di iniziare a sviluppare il linguaggio corretto.

 

 

E tu, sai scrivere una poesia dadaista? Ecco un divertente laboratorio didattico!

Per fare questo laboratorio prenderemo in esame , come già anticipato, l’uso del linguaggio nelle creazioni dadatiste. Fin dal primo manifesto di Tzara si pone l’accento sul senso della parola Dada e l’attenzione al linguaggio sarà una costatnte per tutti gli artisti dadaisti. Famoso è il caso dell’opera di Marcel Duchamp neglio conosciuta come la “Gioconda coi baffi” che invece si intitola L.H.O.O.Q.. Una sigla apparentemente misteriosa che fa parte dell’opera stessa (l’artista la riporta in basso sulla tela), ma che leggendola in francese lascia intendere “Elle a chaud au cul” 😀

Dal punto di vista letterario invece si ha una buona produzione di testi poetici dadaisti ad opera proprio di Tzara che ne suggerisce anche le modalità di stesura nel Manifesto sull’amore debole e l’amore amaro del 1921, le stesse che riporteremo ai bambini coinvolti in questo laboratorio di approfondimento.

Prendete un giornale.
Prendete delle forbici.
Scegliete da questo giornale un articolo avente la lunghezza che desiderate dare alla vostra poesia.
Ritagliate l’articolo.
Ritagliate poi con cura ciascuna delle parole che formano l’articolo e mettetele in un sacchetto.
Agitate dolcemente.
Tirate fuori ciascun ritaglio uno dopo l’altro disponendoli nell’ordine in cui sono usciti dal sacchetto.
Copiate scrupolosamente.
La poesia vi rassomiglierà.
Ed eccovi diventato uno scrittore infinitamente originale e di una sensibilità incantevole, benché incompreso dal volgo.

Eccoci dunque a realizzare l’attività laboratoriale: facciamo leggere le istruzioni di Tzara ai bimbi, forniamo loro dei testi di poesia ( vi suggeriamo Il sabato del villaggio di Leopardi e La pioggia nel pineto di D’Annuzio, ma potete provare anche con i testi di alcune canzoni) e una bustina dove saranno mescolati. Procediamo quindi al taglio dei singoli versi e al mescolamento… divertiamoci poi a pescare i versi e a sistemarli nel nuovo ordine! Come sono cambiate le poesie? Quanto si sono mescolate? Quali nuove immagini sono emerse?

Come vi diciamo spesso l’arte ci consente di sperimentare e creare percorsi interdisciplinari davvero stimolanti! Buon divertimento a tutti!

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