Analizziamo un grande classico della pittura trecentesca: l’allegoria del buon governo a confronto con gli effetti del cattivo governo di Ambrogio Lorenzetti!
Le caratteristiche della pittura senese trecentesca
Conosciamo oggi un altro grandissimo pittore del medioevo: Ambrogio Lorenzetti con i suoi magnifici affreschi per il Palazzo Pubblico di Siena.
Insieme al fratello Pietro sono due dei grandi pittori della tradizione trecentesca senese, pur con le loro evidenti differenze stilistiche. La pittura del 300 a Siena in particolare, fa tesoro della lezione “realistica” di Giotto e l’importante eredità di Duccio da Buoninsegna vede i suoi più grandi rappresentanti in Simone Martini, e appunto in Ambrogio Lorenzetti.
Gli elementi caratteristici che Lorenzetti sviluppa in tutti i suoi lavori sono essenzialmente l’elemento archiettonico che ci fornisce a posteriori tantissime indormazioni sull’urbanistica medievale, l’elemento spaziale e non trascurabili le note descrittive che si rintracciano nei sui affreschi: scene di vita cittadina che ci raccontano la città nel Medioevo.
Il buon governo e il cattivo governo di Ambrogio Lorenzetti
L’affresco del buono e del cattivo governo fu realizzato da Ambrogio Lorenzetti tra il 1337 e il 1340 sulle pareti di una sala del Palazzo Pubblico di Siena.
In un epoca di grandi dissidi e lotte interne al comune, in particolare ricordiamo la rivalità con Firenze, era importante celebrare gli ideali di pace e concordia in un palazzo pubblico. Con questo scopo Lorenzetti rappresentò nella sua opera gli effetti benefici di un buon governo e dall’altra parte era utile ricordare, un po’ come un monito per chi governava, gli effetti distruttivi del cattivo governo.
La rappresentazione dello spazio, della città e delle campagne è davvero molto realistica e dallo studio dei dettagli dell’opera possiamo ricavare moltissime notizie sulla vita della città di Siena in epoca Medievale.
Scopriamo tutti i dettagli dell’opera grazie alla scheda didattica con un focus sui particolari dell’affresco!
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