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Il puntinismo e Seurat

Nel 1886 si era svolta l’ottava e ultima mostra impressionista alla Maison dorée di Parigi durante la quale si iniziò a notare una certa perdita di slancio creativo.Vennero ripresi molti dei temi già sperimentati, non si registrarono notevoli novità tecniche e si ebbe la sensazione che la fortuna del movimento impressionista fosse ormai giunta al termine.

Durante quella mostra, però, si era fatto notare un artista abbastanza giovane, Georges Pierre Seurat (1859 – 1891) con un’opera dalle dimensioni importanti (207 x 308 cm) intitolata Un dimanche après-midi à l’Île de la Grand Jatte (Una domenica pomeriggio all’isola della Grande Jatte).puntinismo con George Seurat

Felix Fénéon fu il primo critico ad intuire la portata rivoluzionaria del dipinto tanto da coniare l’espressione Neoimpressionismo, che indica l’impressionismo come punto di partenza per una ricerca, tuttavia, abbastanza diversa: è questo l’atto di nascita della tecnica del pointillisme o puntinismo.

Il puntinismo e Seurat: la tecnica

Isaac Newton aveva scoperto che la luce non è bianca, ma è il risultato della combinazione dei colori dello spettro, ossia di quelli in cui si compone nell’arcobaleno e in altri fenomeni di rifrazione. Questa scoperta ha gettato le basi per ulteriori riflessioni, come ad esempio quella di Chevreul sul contrasto simultaneo e i colori complementari. Autore del famoso cerchio cromatico che ha preso il suo nome, che si rivelò molto utile anche per i pittori puntinisti, Chevreul ha scoperto infatti le cause scientifiche grazie alle quali, accostati due colori complementari, assistiamo ad un aumento della loro luminosità. Stendendo su un supporto bianco un colore, inoltre, aveva anche notato che alle estremità la pennellata presentava una piccola parte del suo colore complementare. Queste osservazioni, che il chimico francese aveva intrapreso nell’ambito di studi sulla colorazione dei tessuti, vennero poi riprese e approfondite da H. Helmholtz e Rood.

il puntinismo e Seurat

Seurat, il critico Fénéon e Signac, altro artista francese, studieranno a lungo queste teorie pervenendo ad una riflessione importante: se la luce è il risultato della combinazione di più colori, allora in pittura l’equivalente della luce non può essere reso né con una sola tinta né attraverso il mescolamento di colori sulla tavolozza.

 

Il colore deve essere il risultato dell’accostamento di puntini colorati che, nell’insieme, ricompongono l’unità del tono. Ciascun tono, infatti, deve essere diviso e accompagnato dal suo complementare e i toni vanno stesi sulla tela sotto forma di puntini giustapposti.

il puntinismo e Seurat

Seurat, Signac e il neoimpressionismo

Seurat avrebbe preferito definire la propria pittura cromoluminista ma i termini universalmente utilizzati sono pointillisme o puntinismo perché la tecnica consiste nello stendere il colore attraverso piccolissime macchie di toni complementari giustapposti. Già con l’opera La baignade (Bagno ad Asnières) del 1883-1884, Seurat si era distaccato dallo stile impressionista entro il quale si era formato, perché il dipinto era stato eseguito interamente in studio. Le opere nelle quali la tecnica puntinista esprime al meglio le proprie potenzialità sono soprattutto quelle che ritraggono scene all’aperto, nelle quali la luce gioca un ruolo di maggiore importanza.

Paul Signac (1863 – 1935), come possiamo vedere osservando La boa rossa del 1895, ha la tendenza a dilatare e a separare le macchie di colore, tracciando pennellate leggermente più lunghe e un po’ più distanziate.

signac pittore puntinista
Credit: Sailko

 

Le differenze principali tra l’Impressionismo e il Puntinismo

  • Se i pittori impressionisti lavorano en plein air, cioè all’aria aperta, i pittori puntinisti non ritengono fondamentale uscire dal chiuso del proprio studio.
  • La caratteristica principale delle opere impressioniste è la resa immediata dell’impressione che l’artista ha di fronte ad un paesaggio o ad una scena tratta dalla vita quotidiana; quello dei pittori neoimpressionisti, invece, è lo studio scientifico della luce e dei colori di cui è composta la tela.
  • Le dimensioni delle opere sono molto diverse: gli impressionisti preferivano tele piccole, adatta ad essere trasportare agevolmente; i puntinisti, invece, non dipingendo all’aria aperta, decidono di adoperare tele molto più grandi, ricollegandosi alla tradizione classica francese.
  • Le opere impressioniste vengono costruite attraverso il colore, usato puro; i pittori che usano la tecnica del pointillisme, invece, studiano attentamente la composizione dei dipinti.
  • Le figure umane nei quadri impressionisti sono raffigurate con immediatezza, solitamente impegnate in un’attività; nelle tele dei neoimpressionisti le pose sono statiche.

La vicenda Neoimpressionista o Puntinista è considerata una vera e propria pietra miliare della storia dell’arte del XIX secolo perché ha puntato l’attenzione verso le componenti scientifiche dell’arte, tanto da porsi come capostipite di quella che molti critici definiscono la linea analitica dell’arte contemporanea che conta movimenti e personalità importanti quali il cubismo, il cosiddetto cubismo orfico di Robert e Sonia Delaunay, la scuola del Bauhaus fino all’Arte Cinetica.

 

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Il puntinismo e Seurat

Foto di copertina: P. Signac, Ritratto di Felix Feneon, 1890, Moma, New York, copyright Benutzer:Hans Bug via wikipedia

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Comments to: Il puntinismo e Seurat
  • 28 Settembre 2017

    Il pointillismo raggiunge l’occhio umano in un modo che, se visto da qualsiasi angolazione, si possa apprezzare perfettamente i colori, questi artisti che lavorano con esso devono avere una precisione molto precisa, amo gli artisti come Vincent van Gogh, Gabino Amaya Cacho e Manuel Endara

    Reply
  • 29 Settembre 2017

    Brillante

    Reply

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