Conoscete il Museo Omero? Abbiamo realizzato per voi un’intervista ad Aldo Grassini, fondatore ed attuale Presidente e lo staff dei servizi educativi per farvi conoscere questa splendida realtà! Andiamo al museo?
Sicuramente molti dei nostri lettori conosceranno la realtà del Museo Omero, per chi però non dovesse aver presente di che tipo di museo si tratta, potete farci una breve presentazione? Che cosa si può scoprire nel vostro museo?
Il Museo è uno spazio senza barriere, unico al mondo, con oltre 150 sculture e numerosi modelli architettonici da vedere e toccare e con una straordinaria storia di fondazione e sviluppo.
Ci sono operatori specializzati in grado di raccontare attraverso un approccio multisensoriale la bellezza della scultura: materia, forma, tattilità, emozione e storia. Nelle prime sale ospitiamo perfette riproduzioni dal vero di grandi capolavori dell’arte classica, come il Discobolo, la Pietà di Michelangelo, la Venere del Canova affiancati da diversi modellini architettonici fra cui il Partenone e la Basilica di San Pietro; la sezione contemporanea ospita sculture originali di Giorgio de Chirico, Arnaldo Pomodoro, Marino Marini, Giuliano Vangi, Aron Demetz e molti altri protagonisti del ‘900 e odierni.
Un percorso espositivo di 1500 metri quadri che offre una visione panoramica della storia dell’arte, come in un’enciclopedia tridimensionale di scultura in cui si possono confrontare direttamente i capisaldi.
Un Museo dove tutti, vedenti e non vedenti, scoprono il piacere di toccare, di recuperare un rapporto concreto e globale con le cose attraverso lo strumento che la natura ci ha dato, ma la cultura ci costringe a respingere: il tatto. Un luogo dove sperimentare un approccio libero e un po’ trasgressivo con le opere d’arte: al Museo Omero si possono fare cose che altrove sono vietate.
La libertà è una condizione comune alla responsabilità e al gioco;
se siamo liberi entriamo in una dimensione etica, esercitiamo un diritto che riconosciamo anche agli altri e usiamo le cose con rispetto; ma ci divertiamo, come nel gioco, per una scelta libera di conoscenza secondo un approccio diverso. L’esercizio della tattilità ci dispone a più interessanti conquiste sul terreno cognitivo, sul piano estetico e nella sfera delle emozioni.
Al Museo i ciechi, in particolare, hanno la possibilità di conoscere finalmente alcuni capolavori dell’arte di cui hanno tanto sentito parlare e che, in molti casi, hanno persino studiato. La possibilità di sperimentare concretamente e senza limiti la bellezza dell’arte che può essere guardata con i loro occhi, cioè con le mani.
Con quale metodologia didattica e con quale approccio si fa scoprire l’arte a chi non può vedere?
Cerchiamo di insegnare ai ciechi ad esplorare tattilmente con entrambe le mani, poiché non è sempre scontato che lo sappiano fare. Insegniamo loro a confrontarsi con canoni estetici sconosciuti a chi è privo di qualsiasi educazione alla fruizione dell’arte. Li aiutiamo ad interpretare, attraverso l’esplorazione tattile dei disegni in rilievo, le rappresentazioni delle illusioni ottiche comunemente adottate (la prospettiva, la profondità, il movimento ecc.). Infine incentiviamo la descrizione, l’informazione, l’analisi critica attraverso l’esposizione verbale e la fornitura di materiali scritti.
Comunque tutte le nostre proposte educative sono pensate per essere accessibili alle persone con disabilità, in particolare ai non vedenti.
E a tutti quelli che possono vedere, si può far toccare l’arte e vivere esperienze sensoriali nel vostro museo?
Sì, come dicevo prima tutti al Museo Omero tutti possono toccare. Questo vale sia per le riproduzioni dei più grandi capolavori, che per i modelli architettonici e per gli originali di arte contemporanea.
Per chi vede significa aggiungere emozione ad emozione, associando il piacere del vedere a quello del toccare. Infatti esistono vari modi di toccare e relative variabili nella fruizione estetica. Chi vede deve imparare ad usare il contatto tattile in maniera corretta e vincere la ritrosia data da un tabù culturale. La visita bendata può essere un interessante prologo per misurarsi con la capacità di riconoscere gli oggetti e i particolari mediante il tatto e confrontare il risultato con la successiva visione. Un esercizio quasi ludico per scoprire particolari sconosciuti o negletti.
Il Museo Omero è un’eccellenza nel panorama italiano e non solo, in che cosa consiste l’eccezionalità della vostra proposta didattica?
L’eccezionalità del Museo Omero è legata alla scoperta dei valori estetici della tattilità. Ciò comporta implicazioni molto importanti: è un museo senza barriere anche per quei soggetti (i disabili visivi) che di norma sono esclusi da un’arte considerata esclusivamente visiva; è il museo più democratico perché esalta il valore di un diritto universale, il diritto alla fruizione della cultura e dell’arte per tutti gli esseri umani (Art. 27 della Dichiarazione dei Diritti Umani del 1948); è un museo che contribuisce alla scoperta di una via nuova all’arte e pertanto di un’arte nuova, un’arte che si guarda e si tocca e tende alla multisensorialità con la riscoperta di tutte le potenzialità cognitive ed estetiche dell’esperienza umana.
Noi operatori abbiamo una formazione decennale sui temi dell’educazione inclusiva e multisensoriale. Gli obiettivi che ci poniamo si possono riassumere in: educare all’arte, educare ad accarezzare le opere nel modo giusto, educare i bambini a vivere al meglio lo spazio-museo, passando per lo stupore e la sorpresa. L’idea è quella di far sì che il Museo Omero entri nella quotidianità e nel tempo libero di una famiglia, che scelga di passare ogni tanto una domenica al Museo. Per questo sono sempre disponibili piccoli percorsi gratuiti dove genitori e bambini insieme possono andare alla ricerca di alcune opere o sculture speciali, osservarle e soprattutto apprezzarne forma, temperatura, superficie, perché qui si può toccare! Accogliamo con laboratori accessibili ed inclusivi le scuole, dai piccolissimi del nido ai ragazzi delle superiori: all’esperienza di visita in collezione si accompagna sempre la parte creativa in laboratorio dove si lavora con l’argilla, le stoffe, le carte, i punteruoli e le tavolette Braille, la musica. Elaboriamo inoltre progetti speciali per ospiti dei Centri diurni, associazioni disabili e ragazzi con spettro autistico.
Se gli amici delle zebre volessero fare un salto a trovarvi… dove vi possono raggiungere? e cosa possono fare al museo?
Il Museo Omero si trova ad Ancona, all’interno della Mole Vanvitelliana. Ci troviamo nell’affascinante zona portuale del capoluogo, in un edificio storico progettato da Luigi Vanvitelli e sede di mostre e iniziative culturali. Proponiamo per tutti, su prenotazione, visite e percorsi bendati, letture e costruzione di libri tattili con materiali vari e oggetti da riciclo, laboratori dove si scopre l’argilla, uno strumento didattico per noi fondamentale e attività musicali e sonore, dove l’ascolto è al primo posto. Il Museo Omero può essere scoperto e attraversato da tutti, grandi e piccoli con gli occhi attenti, i nasi all’insù e mai le mani in tasca!
Durante l’anno, organizziamo periodicamente corsi di formazione sull’accessibilità ai beni culturali per docenti e operatori e promuoviamo mostre tattili e progetti a livello nazionale e internazionale per far uscire il Museo dalle sue mura!
Dal 2003 organizziamo la Biennale Arteinsieme che ha già coinvolto migliaia di studenti delle scuole e operatori museali nella realizzazione di opere e percorsi accessibili ispirati da grandi Maestri nel campo dell’Arte e della Musica. E numerosi sono i Totem Sensoriali disseminati sul territorio nazionale ovvero punti informativi per non vedenti e ipovedenti realizzati dagli studenti delle scuole per raccontare con libri tattili, modellini e audio una architettura della loro città.
Tra pochi mesi, il 29 maggio 2018 compie 25 anni vi aspettiamo per festeggiare!
Museo Tattile Statale Omero – Mole Vanvitelliana
Banchina Giovanni da Chio 28, 60121 – Ancona, Italia
Telefono 071 28 11 93 5
Fax 071 28 18 35 8
E-mail: info@museoomero.it
Sito vocale al numero verde 800 20 22 20
www.museoomero.it
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