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Facciamo l’analisi dell’Apollo e Dafne di Bernini!

La scultura dell’Apollo e Dafne di Bernini: grande classico della storia dell’arte analizzato e spiegato su zebrart!

Gian Lorenzo Bernini e la sua scultura Apollo e Dafne

Chi vista Roma o chi ci abita, almeno una volta nella vita non può non andare alla Galleria Borghese e non sostare estasiato davanti alla magnifica visione della statua in marmo di Carrara realizzata da Gianlorenzo Bernini raffigurante l’Apollo e Dafne, protagonisti del mito raccontato nelle Metamorfosi di Ovidio!

Questa scultura, alta 2 metri e 43 centimetri e conservata appunto alla Galleria Borghese di Roma, fu realizzata da Bernini tra il 1622 e il 1625, in pieno clima Barocco, e appartiene alla serie di marmi realizzati su commissione per il Cardinal Scipione Borghese.

Analisi di Apollo e Dafne di Bernini: dal mito alla scultura

Ma che cosa racconta il testo al quale si è ispirato lo scultore? Racconta della Ninfa Dafne che per sfuggire alla passione di Apollo, ottiene dal papà Penéo, dio dei fiumi, di potersi trasformare in pianta d’alloro per sottrarsi all’abbraccio diApollo. Dafne infatti in greco significa alloro 😉

Molti altri artisti, soprattutto in pittura, avevano trattato questo mito, ricordiamo tra tutti l’Apollo e Dafne di Pussin o quello di Tiepolo, ma in scultura Gian Lorenzo Bernini fu il primo. Quasi tutti, dovendo scegliere un momento del mito da narrare, scelsero il momento della trasformazione della fanciulla in alloro e farlo in scultura permise a Bernini di mostrare tutte le sue abilità tecniche.

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photo credits http://cultura.biografieonline.it/apollo-dafne-bernini/

Si coglie il momento della trasformazione in particolare nella resa delle mani della fanciulla, dove dalle dita sembrano germogliare proprio in quel momento le prime foglie di alloro!

Notiamo come la dolcezza del corpo femminile si trasforma in estrema rugosità e durezza del tronco e come la resa delle foglie sia particolarmente complessa intrecciandosi tra mani e capelli. Il virtuosismo tecnico insomma mira al raggiungimento degli effetti propri della pittura!

Il corpo di Apollo, in contrasto con la rigidità del tronco appare invece scattante e dinamico.

il mito di Apollo e Dafne nella scultura del BerniniIl gruppo scultorio dell’Apollo e Dafne di Bernini fu pensato probabilmente per essere collocato al lato di una parete ma ben si presta anche ad una visione a tutto tondo, senza un punto di vista privilegiato, così come le scelte museografiche hanno portato alla scelta della collocazione al centro di una sala nella Galleria di Villa Borghese.

Un distico sulla base dell’opera, composto dal Cardinale Maffeo Barberini, ricorda che inseguire la bellezza è cosa vana:

QUISQUIS AMANS SEQUITUR FUGITIVAE GAUDIA FORMAE

FRONDE MANUS IMPLET BACCAS SEU CARPIT AMARAS

Che tradotto suona così: chi amando insegue le gioie della bellezza che fugge, riempie la mano di fronde e coglie bacche amare.

A buon intenditor…poche parole 😉

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