1. Didattica

Didattica dell’arte: ma che cos’è?

Chiunque approcci all’insegnamento della storia dell’arte o delle materie artistiche in genere ha fatto i conti con la definizione della didattica dell’arte. Che cos’è precisamente questa materia? Qual’è la sua storia e la sua evoluzione? Iniziamo a conoscerla meglio 😉

Didattica dell’arte o didattica museale?

La didattica nel museo

Non solo un problema di definizione, ma un diverso campo di azione quello che vede distinte la didattica dell’arte dal settore più specifico invece della didattica museale.

Per didattica dell’arte si intende l’insegnamento artistico, in tutte le sue diverse manifestazioni (…) strettamente collegato con gli aspetti concreti del produrre opere d’arte [1].

Ed è in questa accezione di significato che inquadriamo ad esempio la magnifica esperienza della Bauhaus e di tutte le scuole di discipline artistiche che fanno riferimento a quella esperienza, come modello di insegnamento.

Una scuola nata per volere di Walter Gropius con l’intento di arrivare a un’unificazione di tutte le arti, unendo le competenze teoriche a quelle pratiche, proprie degli artigiani. Anche lo schema dei corsi di formazione seguiva questo principio: divisi in corsi teorici e pratici, i ragazzi che si sono formati alla Bauhaus hanno competenze a tutto campo. Gli insegnanti stessi, reclutati da Gropius furono gli stessi artisti. Ricordiamo tra gli altri Klee, Kandinskji, Schlemmer.

Per didattica museale invece si intende quella didattica dell’arte volta a trasmettere insegnamenti propri dell’opera d’arte nell’ambiente del museo. Ma attenzione, è vietato semplificare!

Didattica museale: l’arte non solo per bambini

manine nei laboratori didattici per bambini

Fondamentale è, a mio modesto avviso, ricordare che la didattica museale è una disciplina scientifica a tutti gli effetti ( e con questo voglio dire che esiste una vasta letteratura in materia e moltissimi studi scientifici condotti da personale espertissimo) e non è una banale semplificazione dell’arte per bambini.

Due sono i pregiudizi da sfatare: la didattica museale non si applica solo ai bambini, ma al contrario comprende tutto l’apparato didattico dell’allestimento di una mostra o di un museo, e  per secondo, la didattica museale si rivolge dunque non solo alla fascia scolastica del pubblico ma anche agli adulti e non ultimo alla fascia di pubblico “speciale” utilizzando mezzi e strumenti specifici per abbattere le barriere della fruibilità dei beni.

Didattica non è semplificazione si legge perentorio in Immaginare il Museo, Riflessioni sulla didattica e sul pubblico di Maria Teresa Balboni Brizza, nel quale emerge l’importanza di sfatare questi luoghi comune: rivolgersi  a un pubblico più amplio ( che siano bambini o ragazzi in età scolare piuttosto che il cosiddetto pubblico speciale), non significa necessariamente semplificare.

Una definizione impossibile quella della didattica museale

Insomma dare una definizione esaustiva alla didattica museale è quasi impossibile!

L’indicazione guida sul campo della didattica museale, con la dichiarazione anche lì presente, della non esaustività di tale definizione, è sicuramente quella fornita dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, che ha creato un portale di Didattica Museale, curato da Antonio Ciocca,  per lo studio di questa amplia materia.

Si può leggere lì:

“Per “didattica museale” si intende, allora, l’insieme delle metodologie e degli strumenti utilizzati dalle istituzioni museali e da quelle scolastiche per rendere accessibili ad un più vasto pubblico collezioni, raccolte, mostre e in generale ogni tipo di esposizione culturale. Ma tale definizione non è esaustiva della complessa realtà rappresentata”

Bisogna andare in campo internazionale per rintracciare una delle prime definizione adattabili alla didattica museale e più in generale alla valenza estetica dell’insegnamento dell’arte. È datata 1934 e firmata da J. Dewey: Art as experience, un saggio per comprendere che l’arte se vissuta come esperienza sensoriale è fonte di arricchimento e liberazione dell’energia creativa del bambino. L’arte non deve essere finalizzata alla produzione di “manufatti”, ma diviene lo strumento per acquisire capacità di osservazione, di memoria, di immaginazione

In Italia tale teoria fu ripresa ed elaborata da Maria Montessori che definì

“L’esperienza manipolativo-sensoriale, tipica della produzione artistica, assume un ruolo centrale in chiave evolutiva e la mano può essere considerata una sorta di “protesi” della mente”

Approfondimenti sulla didattica museale in arrivo…

Abbiamo già visto brevemente in un precedente post, alcuni dei parametri da tenere in considerazione per la progettazione di un laboratorio didattico e come avete potuto leggere in questa piccola rassegna, la didattica museale e la didattica dell’arte hanno innumerevoli sfaccettature, che proveremo ad analizzare dalle pagine di questo portale.

Alla prossima dunque, per scoprire e ripercorrere le principali tappe storiche della didattica museale in Italia 😉

 

 

Fonti bibliografiche:

Balboni Brizza M.T., Immaginare il museo, riflessioni sulla didattica e il pubblico, Jaka Book, Milano 2007

Dewey J., Art as experience, Penguin Books, London, 2005

Droste, Magdalena; Bauhaus-Archiv,  Bauhaus,  Colonia, Taschen, 2006

Montessori M., La scoperta del bambino, Garzanti, Milano, 1970

 

 

[1] AA.VV. Enciclopedia universale dell’arte, volume IV, voce Didattica, Istituto Per La Collaborazione Culturale Venezia-Roma, Firenze, 1964 p. 307.

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