Zebrart è nato come progetto editoriale nel 2014 e qualche anno dopo abbiamo cominciato a occuparci di formazione e aggiornamento, ma anche di consulenze e orientamento. Oggi ti spiego per quale ragione è importante far riferimento a questi strumenti.
Abbiamo incontrato tantissimi docenti nelle loro scuole e online, abbiamo organizzato tanti corsi di formazione per educatori e affrontato decide e decide di argomenti (tra cui anche come diventare un educatore museale).
Sicuramente si tratta di una delle parti più interessanti del nostro lavoro. Conoscere professionisti geograficamente lontani ma con la nostra stessa passione, studenti che si affacciano al mondo dell’educazione museale, colleghi di ambiti affini ci dà lo spunto per trattare argomenti nuovi e la carica per proporvi contenuti sempre più interessanti!
Nel tempo ci siamo accorte di quanto sia difficile per chi non fa questo lavoro avvicinarsi e trovare informazioni valide.
Una buona parte dei nostri incontri consiste nel fugare dubbi, risponde a interrogativi su quale percorso formativo seguire o quali passi muovere per avvicinarsi al mondo del lavoro.
“A che serve chiedere informazioni”, penserai, ” se viviamo nell’era dell’iperinformazione? Su internet c’è tutto!”

Sì, è vero, su internet è possibile trovare informazioni su qualunque argomento ma non sempre le fonti sono accurate e soprattutto mancano due elementi fondamentali: l’esperienza e il contatto diretto con l’esperto.
E poi non sottovalutiamo un elemento importante, quello psicologico. In determinati momenti della nostra vita abbiamo bisogno di confrontarci con chi ha più esperienza (o un’esperienza diversa) per fare chiarezza nei nostri pensieri, per orientare al meglio le nostre scelte, per mediare le nostre esigenze.
Talento o attitudine? Come scegliere la propria carriera (ed essere felici)
Non credo molto nella favola “romantica” del lavoro perfetto, credo piuttosto che si tratti di un mix tra talento e attitudine.
Il talento è qualcosa che ci rende unici. Possiamo definirla la capacità di riuscire in una determinata attività o nello svolgimento di un compito senza grossa fatica. C’è chi ha un buon orecchio ed è portato per la musica, chi ha un’intelligenza prettamente corporeo-cinestetica e riesce in tutti gli sport che prova, chi col minimo sforzo riesce a risolvere problemi logico-matematici complessi.
L’attitudine, però, consiste nella nostra capacità di portare avanti un determinato compito no matter what, ovvero nonostante tutte le difficoltà che ciò comporta, facendo fronte anche alle caratteristiche meno attraenti di quel lavoro. Ad esempio chi è portato per la musica potrebbe non avere l’abnegazione necessaria a trascorrere otto ore al giorno con il proprio strumento… Senza dimenticare che la musica è essenzialmente matematica e non a tutti piace!
Per questa ragione “seguire il proprio talento” mi sembra una frase retorica priva di significato: bisogna fare i conti con quello che vogliamo da una determinata carriera e con le nostre attitudini caratteriali e personali.
Vuoi sentire la mia storia?
Quando ho cominciato l’università ero convinta di voler proseguire con la carriera accademica. Stavo seguendo un mio talento: studiare non mi è mai pesato, ho un’ottima memoria, una propensione per le materie umanistiche e mi piace scrivere. Mi immaginavo nel ruolo di ricercatrice, impegnata in convegni e lezioni all’università, felice.
Quando ho iniziato il dottorato, però, ho capito che qualcosa non andava. Una volta passata dall’altra parte della barricata la vita universitaria si è palesata per quello che è. Un ambiente altamente competitivo a livello internazionale, in cui è necessario sgomitare e lavorare senza sosta. Non esistono festività, domeniche libere o malattie: c’è solo una sterminata serie di scadenze.

È stato in quel momento che ho capito che forse il mio “talento” andava in quella direzione ma di certo non si trattava di una carriera che volevo perseguire. La mia attitudine mi impone una direzione diversa. Voglio un equilibrio tra lavoro e vita privata, voglio avere il tempo di coltivare altre passioni e di trascorrere del tempo con la mia famiglia.
Tutte cose che ho invece trovato nell’educazione museale, un campo che per interesse coltivavo parallelamente già da quasi dieci anni e su cui ho poi deciso di investire ulteriormente.
Non credo che la mia esperienza sia poi così diversa da quella di molti altri. A volte ci innamoriamo dell’idea di perseguire una carriera senza sapere effettivamente cosa ciò comporti. Si tratta di errori normalissimi ma che possono avere un forte impatto nella nostra vita. Per questa ragione ti consiglio di far riferimento a consulenze e servizi di orientamento, sia all’università che successivamente!
Consulenze e orientamento universitario: l’arte di mettersi in dubbio
La scelta dell’università è una delle più importanti: condizionerà il resto della nostra vita, sia umanamente che professionalmente. Ciò che studiamo finirà per plasmare la nostra visione del mondo, le nostre abitudini, le nostre decisioni future.
Non sempre però abbiamo un quadro completo di ciò che significhi intraprendere un determinato percorso. Quali sono gli sbocchi lavorativi? Quali sono le figure professionali affini più richieste? Qual è la routine giornaliera di una persona che lavora in quel settore?
Pensare in astratto non sempre ci permette di avere una visione d’insieme né di prendere decisioni ponderate.
Vi iscrivereste alla stessa facoltà anche oggi, dopo anni di esperienza nel vostro campo?
È una domanda provocatoria, ovvio, ma ci dà modo di riflettere su quanto siano preziosi strumenti come consulenze e orientamento nonché il coaching professionale.

No, non mi riferisco alle giornate di orientamento nell’aula magna delle scuole superiori in cui un ex studente vi parla dei suoi successi ma del confronto onesto con un professionista in grado di descrivere in cosa consiste il suo lavoro, quali sono i punti deboli di quel settore, quali le cose che apprezza.
Qualcuno che, con onestà, spieghi che la carriera del musicista non è solo concerti oceanici e fan scatenati ma anni di fatica, sacrifici e audizioni andate male.
Può sembrare un atteggiamento disfattista però è il più utile. Se anche dopo un confronto onesto con la realtà delle cose resterete motivati allora avrete una consapevolezza più forte!
Career coaching: quali sono le mosse giuste per raggiungere i tuoi obiettivi?
Una volta terminata l’università spesso si brancola nel buio. Abbiamo già fatto tanta strada studiando e mettendoci alla prova con tirocini e prime esperienze ma…
In che modo possiamo inserirci nel mondo del lavoro?
Per quale posizione è meglio candidarsi? Qual è il canale migliore? Quali gli errori da evitare?
A volte l’impatto con la realtà del lavoro può essere molto forte: da una parte perché ogni settore ha le sue regole e le sue consuetudini, dall’altra perché spesso non abbiamo l’esperienza necessaria per capire cosa vorremmo davvero fare.
Per questa ragione avere un confronto con un altro professionista può essere molto utile. Spesso abbiamo bisogno del parere di qualcuno che non ci conosce per vedere le cose da un’altra prospettiva e interrogarci su cosa sia davvero giusto per noi. Grazie al confronto possiamo scoprire i nostri punti i forza e di debolezza, possiamo concentrarci su valorizzare i primi e migliorare i secondi, scegliendo via via i progetti e i percorsi formativi più adatti.

Servizi di consulenza, orientamento e coaching: le zebre a tua disposizione!
Sei uno studente universitario?
Stai muovendo i primi passi nel mondo del lavoro?
Hai già esperienza nel tuo campo ma vuoi confrontarti con altri esperti per capire a quali progetti dedicarti in futuro?
Consulenze e orientamento sono quello che stai cercando!
Scrivici una mail a info@zebrart.it oppure lascia un commento qui sotto: saremo felici di organizzare una chiacchierata per condividere la nostra esperienza e la nostra professionalità!
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