1. Interviste

La Fabbrica delle Favole: torniamo a raccontarle!

Le favole… un vero e proprio genere letterario con gli animali quasi sempre per  protagonisti e con una bella morale da insegnare!

Ma tu,racconti le favole? Lo so, lo so, c’è sempre meno tempo per trascorrere qualche minuto in serenità, magari con un bel libro di favole e addirittura inventarle… è difficile oggi con mille pensieri per la testa!La fabbrica delle favole, raccontare favole

L’importanza del racconto delle favole è però davvero grande: sono degli strumenti didattici importantissimi che ci consentono di trasmettere un messaggio prezioso, un insegnamento, un aiuto per la distinzione del bene e del male, attraverso un linguaggio semplice e comprensibile anche i più piccini.

Come dicevamo però il tempo che possiamo dedicare a queste attività è sempre più scarso e così in rete ho scovato un progetto davvero meritevole, di due ragazzi italiani di nascita ma  “fuori sede” a Londra per lavoro, che con tanta passione creano, raccontano, disegnano favole originali che prendono forma e si fanno ascoltare e vedere sul Canale Youtube La Fabbrica delle Favole.

Li ho intervistati per voi, leggete cosa ci hanno raccontato.

 

Conosciamo La Fabbrica delle Favole

Come nasce la Fabbrica delle Favole? E chi è dietro a questo progetto?

La Fabbrica Delle Favole è ideato da una giovane coppia, Sarah Stanghetti (27 anni) che è colei che si occupa di testo, voce e disegni, e da Andrea Beccarisi (30 anni), editor audio e video.

Dopo aver ottenuto delle purtroppo poco fruttuose, almeno nel nostro caso, lauree in Scienze della Comunicazione e Psicologia (Sarah la prima e Andrea la seconda), abbiamo deciso di trasferirci a Londra, dove attualmente viviamo e lavoriamo. In realtà la nostra esperienza di vita lì è stato uno dei motivi che sono alle origini del nostro canale Youtube. La nostra opinione è che Londra sia complessivamente una città “tosta”, sia in termini di pura sopravvivenza economica, sia in termini di qualità della vita. Ad un certo punto ci siamo resi conto che avevamo iniziato a costruirci una corazza che ci permettesse di adattarci al diverso universo di relazioni sociali che vige in terra britannica, così come probabilmente in altri posti. Abbiamo realizzato che il diverso, a nostro modo più freddo e distaccato, modo di interagire tra persone ci stava facendo perdere il contatto con il nostro “bambino interiore”. Una parte di noi a cui in realtà teniamo, e così per ritrovare il contatto con essa abbiamo deciso di iniziare a scrivere per noi stessi, quasi in maniera terapeutica, favole per bambini. Dopo averne battute alcune abbiamo deciso che non poteva certo far male condividere il nostro operato, ed è così che ci siamo ritrovati ad aprire il canale.

Dove trovate l’ispirazione per inventare favole?

 L’ispirazione proviene indubbiamente dalla volontà di “fare qualcosa di buono” in un mondo che ne ha chiaramente bisogno. Più nello specifico desideriamo impartire una lezione morale al bambino facendolo però anche divertire.Per quanto riguarda i nostri “illustri predecessori”, certamente potremmo tracciare delle similutidini con Gianni Rodari per le favole meno usuali (come “La storia delle note stonate”), e con Jean de La Fontaine per quelle che hanno animali come protagonisti. Tuttavia il percorrere le loro tracce non è stato fatto di proposito. Semplicemente una volta stese le favole ci siamo accorti delle analogie con tali brillanti scrittori. È possibile che siamo stati inconsciamente ispirati a loro.

Qual’è, secondo voi, l’importanza di tornare alla genuinità e alla semplicità di inventare favole e raccontarle ai bambini?

L’arte di raccontare storie è quasi tanto antica quanto è antico il mondo, ed è in questo modo che per millenni è stato possibile tramandare saggezza e insegnamenti da una generazione all’altra. Paradossalmente nella così chiamata “era delle comunicazioni”, tale tradizione ha visto la sua importanza divenire sempre più povera. La nostra opinione è che oggi ci si limiti a dare ai bambini nuovi strumenti per esprimersi, ma che poi non venga insegnato loro quali contenuti veicolare attraverso essi. E così tanto bambini quanto adulti si ritrovano a parlare molto ma a non comunicare nulla di significativo. Il nostro augurio è quindi che riproporre l’arte di scrivere favole in una veste adatta ai tempi correnti possa beneficiare ai più piccoli e anche a quelli che lo sono un po’ di meno, insegnando loro quali dovrebbero essere i principi che dovrebbero essere alla base di una società moralmente corretta.

Ho ascoltato le vostre favole e tutte hanno una morale, insegnano qualcosa: quale valenza didattica hanno le vostre storie? E come scegliete gli obiettivi da raggiungere?

Il nostro obiettivo è di regalare un insegnamento ai più piccoli nella forma giocosa di un video animato. È proprio così che noi strutturiamo le nostre favole. Come cuore pulsante delle storie stabiliamo quale morale vorremmo impartire, poi da lì strutturiamo i personaggi e la narrazione, la quale ha comunque un tono leggero per potersi far apprezzare dai bambini.Ogni settimana decidiamo quale tematica affrontare, ma non esiste un principio esatto in base al quale effetuiamo una scelta. In realtà ce ne stiamo rendendo conto proprio adesso nel rispondere a questa intervista. È possibile che la nostra selezione sia una risposta alla domanda “Se domani divenissimo genitori, che tipo di insegnamenti vorremmo trasmettere ai nostri figli?”.

 Perché avete scelto lo strumento del video e del canale YouTube? Quali sono i pro e i contro?

 Abbiamo deciso di optare per i video perché essi offrono un grado maggiore di coinvolgimento. Se le nostre favole fossero state semplicemente composte da testo o da una voce, il bambino avrebbe avuto un ruolo maggiormente passivo nei confronti della narrazione. Al contrario da quanto abbia visto dai “test sul campo”, il bimbo è coinvolto nella fruizione del video perché interessato a vedere come procede il disegno mostrato. In questo modo la sua curiosità lo sollecita, una volta iniziata, a completare la visione dell’intero video. Ovviamente ci preme che il nostro piccolo pubblico ponga altrettanta attenzione alla storia e al suo significato, ma per questo aspetto abbiamo fiducia nella funzione educatrice dei genitori che vedranno con i bimbi le nostre favole. Pertanto, una volta deciso il mezzo adeguato, scegliere YouTube piuttosto che altri social media è stato piuttosto scontato. I contro sono rappresentati dal fatto che la fase di creazione del prodotto finale si allunga incredibilmente se paragonato con il semplice testo.

Ci raccontate un po’ “il dietro le quinte”? Come funziona insomma dalla creazione del testo alla realizzazione di un video?

 Il primo step è ovviamente rappresentato dalla stesura della favola in forma di testo, normalmente scritto da Sarah e poi rivisto e corretto assieme. Una volta che siamo soddisfatti, Sarah procede alla registrazione della voce, mentre Andrea si prodiga nella ricerca di una canzone adatta al tono della favola (attività incredibilmente complessa in realtà dato che su YouTube si possono solo utilizzare tracce non coperte da diritto di autore). Dopodiché le due tracce vengono sovrapposte per crearne una sola che contenga sia la canzone sia la voce. A questo punto Sarah disegna uno schizzo preparatorio in modo da rendersi conto di come vuole disegnare gli elementi della storia e in che proporzione devono essere tra di loro. Una volta che si sente fiduciosa nella sua capacità di ricrearlo, giriamo il video in cui Sarah disegna e colora. Un video nella sua interezza durerebbe circa 20 minuti, ma in post-produzione Andrea applica un effetto di fast forward in modo da far coincidere la durata del video con la durata della traccia audio (solitamente 3 minuti). Il vero problema è che non possiamo contare su mezzi professionali: non abbiamo una vera telecamera ma anzi usiamo lo smartphone, nessuno di noi due è un doppiatore professionista e siamo completamente digiuni di computer grafica. Noi siamo partiti dallo zero assoluto, non conoscevamo nulla di tutte le operazioni che dobbiamo svolgere per creare una favola nella sua forma finale; ricordiamo ancora che la realizzazione del primissimo video ci portò via giornate intere, perché tutto era completamente nuovo per noi. Ci rendiamo conto della “amatorialità” dei nostri video, e inizialmente questo ci intimoriva un po’. Oggi però vediamo come questa caratteristica sia in realtà in sintonia con la natura del canale. Paradossalmente sono proprio i nostri disegni, paragonabili a quelli di un bambino di 8 anni, a permetterci di entrare maggiormente in contatto col nostro piccolo pubblico.

Ci raccontate qualche curiosità?

In circa il 50% delle nostre favole i protagonisti sono degli animali. E spesso i suddetti hanno dei nomi propri che fanno rima con il nome del tipo dell’animale. Per fare un esempio, nella nostra prima favola, la coccinella protagonista si chiama Nella. Questo perchè da piccola  Sarah aveva la tendenza, diremmo quasi l’ossessione, a chiamare tutti i suoi pupazzi in questo modo. Se quindi le capitava di ricevere in regalo un peluche di un barbagianni, non c’era dubbio che lo avrebbe chiamato Gianni. Se invece era un bassotto, ma non poteva che chiamarsi Otto. E così via. Ecco spiegati i nomi di alcuni dei nostri protagonisti.

 Che progetti avete per il futuro?

 Nel breve termine puntiamo a migliorare ulteriormente il canale e a raggiungere una quota sensibile di pubblico. Avendo un maggior numero di persone che ci seguono, ci piacerebbe lanciare delle iniziative per aumentare il grado di coinvolgimento, in modo che il canale non sia semplicemente un mezzo di comunicazione ad una via. Ad esmpio potremmo svolgere un contest in cui proponiamo di inviarci delle tracce per una futura storia, e quella ritenuta da noi la più valida sarà quella che vedrà luce sul canale.

Nel lungo periodo non ci dispiacerebbe svolgere delle collaborazioni con case editrici per la pubblicazione di libri per bambini con favole inedite rispetto a quelle su YouTube.

Ma per il momento regalare un sorriso ai nostri piccoli fans è già una bella ricompensa.

E ora… guardiamo e ascoltiamo le favole!

Che ne dite? Vi è piaciuto questo progetto? Scoprite tutti i dettagli visitando il canale youtube La fabbrica delle Favole 😉

Zebrart non ne perde una!

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