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Giocare al museo: educare e progettare attraverso il gioco

Imparare giocando? Ebbene sì, è possibile! Non solo a scuola ma anche al museo! Leggi l’articolo e scopri il gioco come strumento di apprendimento per tutte le fasce d’età.

Educare al museo attraverso il gioco: è possibile?

Il gioco è una cosa seria: il diritto al gioco è stato sancito dall’articolo 31 della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1989.

Giocare è fondamentale in età evolutiva e sono numerosi i contesti di apprendimento in cui i piccoli possono giocare, a scuola, nel tempo libero con parenti e genitori, nello sport e… Anche al museo!

Uno dei pregiudizi più radicati, però, riguarda infatti la convinzione secondo la quale il museo non è un posto adatto ai bambini perché noioso.

Ci è capitato spesso di sentir dire frasi del genere da insegnanti o genitori: Non credo sia il caso di portare la mia classe, sono troppo piccoli oppure Il museo è un posto troppo serio per i miei figli, hanno bisogno ancora di giocare un po’!

giocare e imparare

In realtà niente di tutto ciò è vero. Il museo non è un posto noioso anche se purtroppo è vittima di questo retaggio. 

Se i contenuti vengono mediati nel modo giusto, ovvero nel rispetto delle esigenze educative di ogni tipologia di pubblico e con un approccio coinvolgente e dinamico, non si corre il rischio di annoiare!

Questo vale per gli adulti quanto per i bambini: ogni età e ogni fascia di pubblico ha le proprie esigenze ed è compito nostro cercare di progettare interventi educativi efficaci.

A volte i colleghi ci dicono: Ho studiato tanto ma l’attività dura solo un’ora! Non avrò modo di dire tutto!  

Ecco, è arrivato il momento di scardinare questo mito!

I visitatori non sono vasi vuoti da riempire con informazioni, date e notizie tecniche: sono persone con un background culturale specifico e con delle aspettative. No, non riusciremo mai a dire tutto nell’arco di un’ora e questo non dovrebbe nemmeno essere il nostro obiettivo.

Il nostro scopo è far scattare la scintilla dell’interesse, incuriosire, accompagnarli alla scoperta di qualcosa che non conoscevano.

Vi sembra impossibile? Non lo è affatto! Ci sono tanti modi per raggiungere questi obiettivi e il compito dell’educatore è proprio quello di studiare, tenersi aggiornato e sperimentare in tal senso.

bambini e didattica digitale

Il gioco come strumento di apprendimento

Uno dei modi che possiamo utilizzare per rapportarci al pubblico è quella del gioco.

Ebbene sì: al museo si può giocare! 

Sono tantissimi gli studi di pedagogisti e psicologi dell’età evolutiva da cui si evince che il gioco è uno straordinario strumento di apprendimento. Perché?

  • durante il gioco siamo concentratissimi: ricordate quando Maria Montessori diceva di non disturbare i bambini impegnati a giocare? Ecco, in quel momento sono immersi in un vero e proprio flusso che li porta ad estraniarsi da ciò che li circonda e a dedicarsi anima e corpo all’attività, esercitando anche i tempi di attenzione.

 

  • ricordiamo con più facilità: è stato scoperto che quando siamo impegnati in questo genere di attività e siamo quindi immersi in questo flow di cui parlavamo prima, il cervello secerne un ormone che stimola la memoria. Pertanto ciò che impariamo durante il gioco tende a essere ricordato più facilmente!

 

  • impariamo a rispettare gli altri e le regole: il gioco è un ottimo modo per imparare a mediare le proprie esigenze con quelle altrui, a rispettare gli altri e… A imparare a perdere, che è fondamentale per diventare adulti equilibrati.

 

  • scopriamo il problem solving: si parla tanto di soft skill e di competenze ma non si mette abbastanza in evidenza che alcune di esse possono essere esercitate attraverso il gioco. Per vincere, infatti, non dobbiamo solo essere concentrati ma anche attenti e astuti. Dobbiamo mettere in pratica una serie di strategie per raggiungere i nostri obiettivi nel miglior modo possibile!

Il gioco come attività al museo: è possibile?

Sì, assolutamente! Ci sono tantissimi esempi internazionali che testimoniano l’efficacia di approcci del genere.

Durata: 60 minuti circa, piattaforma Google meet

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