Oggi vi facciamo conoscere una vera e propria chicca: la bellissima San Giovenale ad Orvieto! Purtroppo poco nota e lontana dai circuiti turistici, siamo sicure che vi lascerà senza fiato grazie all’atmosfera raccolta e intima che offre ai propri visitatori.
Cosa vedere a Orvieto
Orvieto è una città bellissima, piena di storia e cultura. Il Duomo, ad esempio, è uno dei più studiati e ammirati di tutta Italia e, ancora oggi, esercita un incredibile fascino su chi si trova al suo cospetto (vuoi saperne di più sul Duomo di Orvieto? Eccoti l’articolo adatto!).
Quello che vorremmo farvi conoscere oggi è un piccolo gioiello della città, una chiesa romanica che sorge sulla rupe orvietana: San Giovenale!
Secondo la tradizione, San Giovenale è stata fondata nel 1004 anche se molto probabilmente si trattava di una rifondazione. Dallo studio di materiali lapidei, infatti, si è ipotizzato che possano risalire all’età carolingia, trattandosi di materiali di spoglio. L’area sulla quale sorge la chiesa, come spesso accade, era considerata sacra già da diversi secoli: alcune evidenze archeologiche, infatti, testimoniano la presenza di un tempio di età etrusca e alcuni studiosi hanno affermato che il tempio poteva essere dedicato a Giove, da cui poi la scelta della consacrazione del successivo edificio ecclesiastico a San Giovenale.
I documenti di archivio ci forniscono informazioni a partire da 1028, quando la chiesa è definita “parrocchiale”. Nel XII secolo, inoltre, era sottoposta alla regola agostiniana e ciò, ovviamente, ebbe delle ripercussioni sui cambiamenti architettonici e stilistici dell’edificio.
Orvieto, San Giovenale e le sue caratteristiche
San Giovenale ha tutte le caratteristiche delle chiese romaniche. la facciata è del tipo a capanna ed è sormontata da un’alta torre campanaria che serviva probabilmente ad assicurare un certo controllo sulle zone limitrofe.
L’interno è diviso in tre navate, le colonne che le separano sono in tufo con capitelli ad anello e da esse si dipartono archi a tutto sesto. Nel XIII secolo avvennero alcuni rimaneggiamenti che interessarono la zona del presbiterio ma le manomissioni più evidenti sono state realizzate a danno delle pitture murali.
La prima fase decorativa risale con ogni probabilità alla metà del XIII secolo (1250-1270 circa) e coinvolse artisti che purtroppo restano tutt’oggi anonimi: il Maestro della Maestà dei Servi e il Maestro dei Santi Severo e Martirio, probabilmente accompagnati da aiutanti.
La seconda fase si colloca tra il XIII e il XIV secolo e consta di alcuni dipinti che molto probabilmente sono stati realizzati da un maestro aggiornato sulle novità d’oltralpe e che si tende a far coincidere con la figura del Maestro della Madonna di San Brizio.
Il terzo momento decorativo si inserisce entro i confini della prima metà del Trecento, quando lavorano a San Giovenale degli artisti che avevano studiato il lessico pittorico di Simone Martini. Nel caso della Crocifissione si può ipotizzare, secondo gli studiosi, un certo influsso di Pietro Lorenzetti.
La quarta fase è collocata a cavallo tra Trecento e Quattrocento e vi lavorò Ugolino di Prete Ilario con diversi collaboratori, tra i quali Piero di Puccio.
Le ultime fasi decorative interessarono il registro superiore della navata centrale e dovrebbe essersi concluso nel 1505 circa. Gli studiosi ipotizzano la presenza di maestranze legate al grande Luca Signorelli per l’esecuzione dei tondi raffiguranti Evangelisti e Santi.
Gli affreschi di San Giovenale hanno subito nel corso dei secoli diverse scalpellinature, hanno subìto l’umidità e nel 1632 alcuni vennero addirittura scialbati per volere dell’allora priore. Nel 2010 hanno avuto inizio i lavori di restauro che hanno interessato gli affreschi più antichi collocati sulle colonne di tufo. Il restauro è stato realizzato dalle Soprintendenze per i Beni Storici e Artistici e ai Beni Architettonici e Paesaggistici dell’Umbria.
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