Spazio, lateralizzazione, disegno, campo visivo… Queste sono solo alcune caratteristiche che il Pregrafismo mette in campo nell’accompagnare il bambino dall’uso spontaneo di matite, colori e fogli all’apprendimento della scrittura.
Scrivere è un’operazione complessa non solo per ciò che concerne la grammatica e i contenuti che si vogliono comunicare ma soprattutto per la disciplina fisica che impone: il movimento oculare deve seguire il movimento della mano impegnata a compiere gesti che prima di questo momento spesso non possediamo.
Ed ecco che iniziamo a cogliere la fondamentale importanza del pregrafismo.
Spesso i primi esercizi consistono in righe di fogli quadrettati completate da figure semplici, ad esempio una semplice riga di cerchietti distanziata tra loro da due quadretti. Ci sono anche libri specifici che accompagnano il bambino dai disegni più semplici a quelli più complessi ma in realtà ciò che invoglia di più il bambino a fare esercizio è creare nuove sequenze su di un foglio pulito con l’aiuto di un adulto o di un compagno che giochi con lui. Questo esercizio, che a noi adulti può sembrare banale, per un bambino è molto complesso perché implica movimenti a cui la mano va educata, così come altri accorgimenti tra i quali il dover star dentro uno spazio definito, seguire una riga nel foglio, contare i quadretti e procedere da sinistra a destra. È importante che questi automatismi vengano appresi dal bambino prima che cominci lo studio delle lettere dell’alfabeto perché l’acquisizione simultanea di nozioni tanto complesse può risultare difficoltosa.
Solitamente il percorso didattico che accompagna il bambino durante la scuola dell’infanzia assolve questo compito pienamente ma per alcuni bambini potrebbe essere necessario potenziare tale attività. Ad esempio, per i bambini disgrafici è fondamentale fare esercizi di pregrafismo poiché questi li aiutano moltissimo a superare le loro difficoltà facilitando l’approccio alla scrittura.
Ideogrammi cinesi: esercizio, integrazione e arte
L’odierna scuola italiana è multietnica, una realtà che la programmazione scolastica non può ignorare. La classe per cui è stato progettato questo laboratorio, in particolare, doveva affrontare l’inserimento di due bambini cinesi che non conoscevano la lingua italiana e che si erano trasferiti in quella scuola a metà della quarta elementare. Mancando la compresenza di più insegnanti era necessario trovare un’attività da far svolgere a tutta la classe in modo che tutti potessero trarne insegnamenti e che la “diversità” dei nuovi arrivati diventasse fin da subito una risorsa per permettere loro una completa integrazione.
Collegandosi quindi alla programmazione di storia, che in quarta prevede lo studio della storia cinese, è stato progettato un laboratorio che prevedeva le seguenti fasi:
– la presentazione della Cina come luogo fisico e politico attraverso immagini arricchite da alcune fotografie che i bambini cinesi avevano portato a scuola per mostrare ai compagni dove vivevano fino al mese precedente;
– la lettura di alcuni libri illustrati per ragazzi che parlassero della storia cinese;
– la realizzazione di un laboratorio artistico.
In questa sede approfondiremo quest’ultima fase.
Il laboratorio verteva sulla scrittura degli ideogrammi cinesi messi a confronto con le parole italiane.
Per spiegare ai bambini italiani che aspetto hanno gli ideogrammi, è stato chiesto ai bimbi cinesi di scrivere il loro nome alla lavagna; l’insegnante aveva già preparato delle schede con il disegno dell’oggetto dell’arredamento scolastico e il relativo nome in italiano e cinese.
In un primo momento i bambini, divisi in coppie, hanno cercato di riprodurre gli ideogrammi con l’aiuto dei nostri tre esperti. Dopo aver provato alcune parole su di un foglio bianco, si è passati all’esercizio vero e proprio che prevedeva la copiatura degli ideogrammi prima su un foglio quadrettato e poi su un cartellone appeso al muro utilizzando un pennello.
In precedenza abbiamo spiegato l’importanza del pregrafismo e del far esercitare i bambini attraverso il disegno di righe e cerchi che seguano un ordine preciso, ora ci soffermiamo, invece, su di un esercizio fondamentale soprattutto per i bambini con difficoltà di disgrafia.
Per eseguire questo esercizio è necessario far posizionare il bambino in piedi con il corpo parallelo al muro e chiedergli di stendere completamente il braccio e di disegnare righe, cerchi, semicerchi in modo continuo senza staccare il pennello, ma muovendo solo la mano.
Questo è uno degli esercizi più importanti tra quelli consigliati dagli esperti di disgrafia con cui da anni la scuola collabora. Ecco quindi che un esercizio fondamentale ma difficile da proporre al bambino soprattutto a casa, è diventato un bellissimo gioco in classe.
Ogni bambino, infatti, ha creato sulla striscia di carta appesa alla parete un ideogramma, alcuni bambini, tra cui quelli con problemi di disgrafia e lateralizzazione, hanno disegnato cerchi, semicerchi e righe continue. I bambini cinesi, aiutati dai compagni, avevano il compito di associare le parole italiane agli ideogrammi.
Tutti gli alunni hanno partecipato con entusiasmo all’attività, divertendosi ed imparando a lavorare insieme.
Hanno migliorato le loro capacità grafiche e soprattutto hanno capito che ogni diversità ha qualcosa d’interessante, misterioso e…artistico!
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