Che ne dite di fare un salto nei musei del Trentino per scoprire tutte le attività per i bambini? Oggi abbiamo il piacere di conoscere la Dottoressa Luisa Moser, responsabile dal 2005 dei Servizi Educativi dell’Ufficio beni archeologici della Soprintendenza per i beni culturali della Provincia autonoma di Trento che illustrerà le attività didattiche dei musei che fanno capo alla Soprintendenza!
Luisa Moser è laureata in lettere classiche con una tesi in preistoria e master in didattica museale. Si occupa di didattica dell’archeologia dal 1993 ed ama molto il proprio lavoro perché le permette di trovarsi a contatto con il pubblico di ogni età, e di comunicare e far conoscere il nostro patrimonio culturale, contribuendo alla costruzione di una comunità di persone che amano il nostro territorio e il nostro patrimonio. In cuor suo spera, attraverso questo lavoro, di poter in qualche modo contribuire a costruire un futuro migliore!
La Soprintendenza si occupa dell’individuazione, salvaguardia, conservazione e musealizzazione delle aree di interesse archeologico. La valorizzazione prevede attività volte a promuovere e incrementare la conoscenza del patrimonio archeologico provinciale e ad assicurarne le migliori condizioni di utilizzazione e godimento da parte del pubblico. Sono connessi alle attività di valorizzazione i Servizi Educativi.
Fanno capo alla Soprintendenza il Museo Retico di Sanzeno, il Museo delle Palafitte di Fiavé, le aree archeologiche della Tridentum romana, fra le quali il S.A.S.S. Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas, l’area archeologica Acqua Fredda al Passo del Redebus, altri siti e aree archeologiche su tutto il territorio trentino, oltre alla Biblioteca e al laboratorio di Restauro.
- Quali sono, secondo voi, gli obiettivi principali della “didattica museale”?
Uno dei compiti prioritari di una Soprintendenza è, accanto all’esercizio delle sue funzioni di tutela e conservazione, quello della valorizzazione del patrimonio custodito nei musei e delle aree di interesse archeologico. Programmando interventi e attivando iniziative per far conoscere a tutti i cittadini i risultati delle azioni di tutela e di ricerca, l’istituzione cerca di favorire e di assicurare le migliori condizioni di utilizzo e di fruizione del patrimonio stesso ad ogni pubblico, al fine di incentivarne la conoscenza. Secondo noi attraverso la “didattica museale” si debbono mettere in atto azioni educative in cui siano dichiarati intenzioni e obiettivi quali formare competenze, saperi e abilità trasferibili, organizzare processi di apprendimento, promuovere una fruizione ragionata partendo dal bene culturale, nel nostro caso il patrimonio archeologico, per creare un legame fra utente e il bene che si spera sia poi duraturo nel tempo.
- Con quali fasce d’età lavorate?
I destinatari privilegiati della nostra azione educativa sono i “cittadini in formazione” – quindi prioritariamente gli utenti della scuola. Elaboriamo percorsi didattici variamente articolati e differenziati per grado scolastico, riguardanti le dinamiche storico-culturali che hanno interessato il territorio trentino dalla preistoria all’età romana e altomedievale, oltre a laboratori specifici relativi alle metodologie dell’indagine archeologica, alla musealizzazione e alle tecnologie in uso nell’antichità. I percorsi/laboratori che strutturiamo sono quindi calibrati ed adeguati per le diverse utenze, dalla scuola dell’infanzia (a partire dai 5 anni) fino alla scuola secondaria di secondo grado.
- Qual è l’attività/laboratorio che vi siete divertiti di più a realizzare insieme ai ragazzi?
Difficile scegliere fra le diverse attività che proponiamo … Tutti i laboratori e le attività fatte insieme ai ragazzi sono divertenti, perché si lavora insieme, si collabora, ci si mette in gioco e si impara a vicenda. A volte sono i ragazzi che ci insegnano e ci suggeriscono strategie e modalità di azione. Sicuramente uno dei laboratori più divertenti è quello della preparazione del burro e della macinatura dei cereali per poi preparare e cuocere il pane. In questi laboratori, realizzati rispettivamente al Museo delle Palafitte di Fiavè e al Museo Retico di Sanzeno, i ragazzi si divertono moltissimo poiché sperimentano e producono loro stessi, con strumenti identici a quelli ritrovati negli scavi e visti in museo, burro e pane, che poi portano a casa e mangiano… Un altro laboratorio che piace sempre moltissimo è naturalmente quello della simulazione di scavo archeologico: i ragazzi sono sempre molto entusiasti quando si mettono all’opera, trovano i reperti e poi li devono catalogare… È un laboratorio che rimane impresso per moltissimo tempo (ragazzi che tornano da noi anche dopo anni per seguire altri percorsi se lo ricordano). Un laboratorio speciale e quasi “magico” è anche la tessitura…
- Qual è la cosa più strana che un bambino o un ragazzo ha detto/ha chiesto in merito ad un’opera esposta presso il vostro museo?
Molto spesso i bambini si soffermano e fanno domande un po’ strane e imprevedibili, o meglio sono curiosi e vogliono sapere di più… Forse più che domande particolari o strane, a me la cosa che colpisce di più sono le ipotesi che i ragazzi formulano di fronte ad un reperto archeologico… La loro fantasia si scatena nel vero senso della parola… Ad esempio analizzando una pintadera di argilla spesso pensano sia un calzascarpe, oppure i pesi da telaio in argilla interpretati come schiaccianoci…
- Qual è la soddisfazione più grande che provate al termine di un’attività/laboratorio didattico?
La soddisfazione più grande è sicuramente vedere i bambini coinvolti, impegnati e partecipi. I loro volti sorridenti, le loro mani sporche, il loro vociare entusiasta quando ci ringraziano dell’esperienza fatta, sono per noi una carica di energia che ripaga del lavoro svolto e la soddisfazione più grande. Sicuramente una grande soddisfazione è anche vedere alcune famiglie che ritornano a frequentare le nostre attività anno dopo anno, oppure ci “seguono” nei diversi siti e musei. Al temine delle attività chiediamo anche il gradimento tramite dei questionari per avere un feedback delle nostre proposte da parte degli adulti, sia per poter verificare l’azione educativa che per avere l’ indirizzo mail per tenerci in contatto con i partecipanti.
- Lavorando con le classi, avete notato quali sono i possibili punti forza e quali, invece, i difetti dell’insegnamento della storia dell’arte?
Sicuramente gli insegnanti che frequentano con le classi i laboratori didattici da noi proposti, in particolare quelli che si attuano presso il SASS o il laboratorio sulle tecniche decorative di epoca romana, hanno il desiderio che gli studenti “tocchino con mano” quanto ci è stato tramandato e quanto è custodito nel sottosuolo. Un fatto che spesso i docenti lamentano è come rimanendo in aula i ragazzi non abbiano il contatto diretto con la storia ed i materiali. Uscendo dalle aule scolastiche, camminando su una vera strada romana, esaminando un elemento di fontana, un mosaico o un affresco, i ragazzi possono mettere in atto strategie e metodi d’indagine. Con la realizzazione di un affresco o di un mosaico (utilizzando malta, pigmenti naturali e tessere musive) sperimentano inoltre una tecnica altrimenti studiata solo sui libri, inoltre possono direttamente comprenderne la complessità e la difficoltà.
- Quali vantaggi offre ai bambini e ai ragazzi l’esperienza di laboratorio/attività presso un museo?
Proporre alla scuola percorsi e laboratori di approfondimento all’interno di musei o nei siti, che hanno come tema l’archeologia, in particolare quella legata al territorio, quindi a scala locale, permette di lavorare in maniera multidisciplinare, di spaziare e di far interagire diverse discipline. Lavorare con l’archeologia permette inoltre di strutturare e proporre delle esperienze concrete. I ragazzi, partendo dalle fonti, nel nostro caso i reperti, in copia o in originale, oppure dalle strutture (aree archeologiche sul territorio), osservano, analizzano, interrogano, confrontano, raccolgono dati, formulano domande e ipotesi, quindi riassumono ed espongono risultati. I ragazzi/bambini sono i protagonisti: simulano il lavoro dell’archeologo apprendendo un metodo di indagine e di ricerca. Fanno un’esperienza attiva e sono coinvolti emotivamente. Si sentono in diretto contatto con il passato, vivono un momento unico, soddisfano diverse curiosità (osservano, toccano, annusano, manipolano), e poi, in un secondo momento, provano a “fare”. Con la fase della riproduzione e della creazione (sperimentando quindi antichi saperi) entrano in gioco altre abilità: il saper produrre seguendo delle azioni, mettendo in atto alcune sequenze che altri hanno già studiato, progettato e selezionato per loro.
- Non dimentichiamoci dei bambini un po’ cresciutelli… didattica museale e adulti: un connubio che funziona? A quali condizioni?
Negli anni si è maturata la scelta di rivolgersi a fasce diverse di pubblico nel desiderio di sperimentare e promuovere la formazione permanente del cittadino, il cosiddetto lifelong learning. Nella consapevolezza che per ogni pubblico è necessaria una ricerca e un’analisi su motivazioni, bisogni e attese, si sono quindi pensati, elaborati e strutturati percorsi formativi, diversi rispetto alle tradizionali visite guidate, rivolti a pubblici differenti per esigenze e fasce d’età: famiglie, adolescenti, diversamente abili, adulti singoli e gruppi. Recentemente abbiamo inoltre realizzato un progetto sperimentale con degli adulti speciali: un gruppo di malati di Alzheimer residenti presso l’APSP M. Grazioli di Povo. L’idea nasce dal desiderio di aprire le porte del museo, nel caso in esame quello del Museo delle Palafitte di Fiavé, ad un pubblico che difficilmente in questa fase della vita viene accompagnato in museo o partecipa a laboratori archeologici.
Inoltre, in una provincia come il Trentino dove la motivazione di vacanza è prevalentemente di carattere ambientale e sportivo, l’offerta culturale svolge un ruolo fondamentale nell’arricchimento dell’offerta turistica complessiva. Per raggiungere il pubblico degli ospiti, la Soprintendenza ha avviato forme di collaborazione con le istituzioni che si occupano della promozione e dell’accoglienza turistica (Aziende per il turismo e le Pro Loco). Le Aziende per il turismo hanno svolto un capillare lavoro di informazione, oltre a collaborare per gli aspetti organizzativi degli appuntamenti. Nel corso dell’estate proponiamo al pubblico un ricco calendario di iniziative (visite guidate, laboratori per bambini e adulti, archeologia sperimentale, spettacoli teatrali, archeotrekking, conferenze, recital, concerti) raccolte nel pieghevole informativo “Archeologia estate”, che si svolgono presso il Museo Retico di Sanzeno e il Museo delle Palafitte di Fiavé, le aree archeologiche del territorio, da quelle della romana Tridentum a Trento, al sito archeologico “Acqua Fredda” al Passo del Redebus, una delle aree musealizzate più alte d’Europa, a Monte San Martino ai Campi di Riva del Garda/Pranzo di Tenno, a Doss Castel a Fai della Paganella, a Monte San Martino di Lomaso-Lundo. Una sorta di museo diffuso, una rete territoriale dove l’archeologia viene trasmessa “in presa diretta”. Sia il Museo delle Palafitte di Fiavé che il Museo Retico hanno ottenuto l’assegnazione del marchio Family in Trentino e quindi come Servizi Educativi poniamo particolare attenzione a iniziative rivolte alle famiglie, offrendo laboratori e attività di sperimentazione legati alle tematiche trattate nei rispettivi percorsi espositivi.
Ricordiamo che l’équipe di lavoro dei Servizi educativi è costituita, oltre che dalla Dott.ssa Moser, da educatrici museali (Elena Silvestri, M. Raffaella Caviglioli , Mirta Franzoi, Elia Forte, Michela Paoli) laureate in archeologia con master di specializzazione in didattica museale e dell’antico, con anni di esperienza nel campo della progettazione e della sperimentazione didattica. Insieme elaborano laboratori e percorsi e svolgono attività di ricerca al fine di rendere esplicita la valenza comunicativa e didattica di ogni “oggetto” del patrimonio archeologico. Realizzano inoltre materiale didattico e divulgativo, pubblicazioni per bambini, famiglie e insegnanti.
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