Francesco Hayez è in mostra a Milano, alle Gallerie d’Italia. Quest’evento ci offre l’occasione per rivedere alcuni dei più straordinari dipinti dell’arte moderna italiana: scopriamoli insieme!
Hayez, biografia di un artista romantico
“Nacqui in Venezia il giorno 10 Febbraio 1791 nella parrocchia di S. Maria Mater Domini”: così scrive Francesco Hayez nell’incipit delle sue memorie.
Il giovane Hayez è stato testimone della caduta della Repubblica di Venezia, ma ha sempre conservato la passione per la storia e la tradizione pittorica della sua città. Il pittore, in cuor suo, ha sempre sperato che l’Italia si unisse in un unico Stato: questo suo sentimento è confermato dal fatto che abbia firmato alcuni suoi quadri con il nome “Francesco Hayez, italiano di Venezia”.
Quella di Hayez è davvero una lunga e bellissima storia.
Nel 1809 vince una borsa di studio, il cosiddetto “pensionato”, e parte per Roma, dove ha l’opportunità di diventare allievo del Canova. Nel 1812 vince il grande concorso di pittura all’Accademia di Brera, con il Laocoonte. Hayez, un artista orgoglioso e fiero di sé, che da quel giorno inizia a pensare di poter vincere tutto.
Gli artisti contemporanei amano il Neoclassicismo, storie epiche, mitologiche e figure di dèi ma a Francesco tutto questo non basta: sente il bisogno di raccontare la storia nazionale e moderna con passione e sentimento.
Hayez in mostra a Milano fino al 21 febbraio!
Nel 1820 dipinge Pietro Rossi, segnando la svolta romantica della pittura italiana.
La vicenda narrata è ambientata nel XIV secolo, periodo storico che interessa il pittore. Hayez racconta il conflitto interiore del protagonista, diviso tra il suo dovere di uomo e di padre. La figura della figlia, a destra, è ispirata all’Italia piangente e turrita del Monumento funebre di Vittorio Alfieri scolpito da Canova.
Nel 1823 Hayez si trasferisce definitivamente a Milano.
Come ritrattista, Francesco ha bisogno di modelli per trovare “il bello nel vero”; è un grande interprete della bellezza femminile come confermano i numerosi ritratti che hanno come soggetto Carolina Zucchi, la sua amante.
La bella Carolina diventa la modella ideale per dipinti di diversa ambientazione: è Madonna, dea, ammalata anche quando sta benissimo; è la protagonista di L’ultimo bacio dato a Giulietta da Romeo, opera dalla quale si evincono l’importanza dei sentimenti e il culto romantico di Shakespeare. Un’opera considerata all’epoca scandalosa perché l’effusione amorosa è eccessivamente verosimile.
Francesco ha avuto grandi amori, ma anche tanto successo e tanti amici. Tra questi, lo scrittore Alessandro Manzoni ritratto in atteggiamento pensoso. Non c’è arredamento nella scena, ma si vede una semplice e austera sedia. L’immagine è intensa, realizzata con bianco, nero e marrone: i pochi colori si sfumano alle spalle del protagonista. Hayez sceglie di collocare la figura su uno sfondo neutro per guidare l’attenzione dello spettatore sul volto dell’amico segnato dal dolore per la malattia di Giulia Beccaria, sua madre.
La principessa Cristina Belgiojoso Trivulzio è rappresentata in uno straordinario ritratto, mentre idealmente dialoga con il busto della madre, committente del dipinto.
Hayez, Il bacio
Il Bacio è sicuramente uno dei dipinti più popolari della storia della pittura italiana. Alla prima versione del 1859 ne seguirono altre, risalenti al 1861 e al 1867.
L’opera, raffigurante una coppia che si bacia e si abbraccia, è stata esposta per la prima volta il 9 settembre del 1859 a Brera, pochi mesi dopo l’ingresso di Vittorio Emanuele e del suo alleato Napoleone III a Milano. Venezia, città natale di Hayez, rimaneva sotto la dominazione austriaca in seguito all’armistizio di Villafranca. Gli abiti dei due protagonisti assumono un chiaro significato politico: componendo sia il tricolore italiano che quello francese, vengono utilizzati per celebrare l’alleanza dalla quale è nata la nazione italiana.
La versione del 1861 assume una connotazione patriottica più forte, grazie all’accostamento del bianco dell’abito e il verde brillante del mantello. Il bacio del 1867, inviato all’Esposizione Universale di Parigi, è un’altra allegoria dell’alleanza tra Italia e Francia ma con un velo di delusione, amarezza ed incertezza. Hayez ha raggiunto una maggiore consapevolezza e osserva, perplesso, le sorti dello stato unitario.
Francesco Hayez muore nel 1892, lasciando oltre 400 quadri, esempi di un’arte che arriva dritta al cuore.
No Comments
Leave a comment Cancel