Dai murales mozzafiato che si estendono su interi edifici in Polonia agli splendidi calligraffiti (un mix di graffiti e tipografia) negli angoli più remoti della Tunisia, Art Project Street Art di Google Cultural Institute punta a immortalare queste opere prima che scompaiano.
Da quanto leggiamo in un articolo comparso su Newsweek a firma di Lainna Fader, la vasta collezione virtuale dispone di oltre 5.000 riproduzioni fotografiche delle opere ed è organizzata per artista, posizione, stile e medium. La mappa del mondo dell’arte di strada è interamente popolata da immagini scelte dai curatori grazie a 30 partnership strette con le organizzazioni culturali di 15 diversi paesi, tra cui il Palais de Tokyo, San Paolo Street Art e il Museo della Città di New York. Oltre alla mappatura delle foto delle opere esistenti, Google Art Project Street Art fornisce la documentazione di alcuni lavori inaccessibili al vasto pubblico o che non esistono più.
Perché nasce Google Art Project Street Art?
«Il progetto rende accessibile la street art a molte persone che altrimenti la rifiuterebbero senza comprenderla», dice Lois Stavsky di Street Art di NYC. La Stravsky ha co-curato la famosa galleria 5Pointz: The Institute of Higher Burnin’, un complesso industriale a Long Island dove i graffiti non subiscono restrizioni e hanno contribuito a formare un enorme museo a cielo aperto nel quale hanno lavorato artisti di tutto il mondo, custodito dal guru della street art Jonathan “Meres” Cohen.
L’obiettivo di Google Cultural Institute è quello di facilitare e promuovere l’accesso a questa tipologia di opere d’arte -opere che potrebbero svanire anche solo durante una notte-, e sfrutta la tecnologia Street View per permettere agli esperti d’arte di strada, come Stavsky, di presentare l’arte che trovano più interessante al pubblico on-line. «Non si tratta di mettere su un semplice sito web», spiega Amit Sood, direttore del Google Cultural Institute, «Stiamo parlando di un’esperienza immersiva e di mostre digitali realizzate per la prima volta.»
Ci sono più di 100 gallerie digitali complete e altre ne verranno create.
Google non possiede i diritti d’autore delle immagini fotografiche; sono le istituzioni che desiderano partecipare al progetto a fornire le proprie fotografie originali. Nel caso in cui gli artisti non vogliano partecipare al progetto potranno scrivere a Google, e l’Istituto di Cultura onorerà la loro richiesta di rimozione delle immagini. Anche se «la maggior parte artisti di strada che conosco sono desiderosi di vedere il loro lavoro presentato in un luogo autorevole», dice Stavsky.
Il ruolo dei social network
Oltre ad una mappa e alle mostre, il progetto promosso da Google incentiva la partecipazione degli appassionati di street art. Il sito web raccoglie le foto caricate dalla massiccia community di Google+ dal nome Google Art Project, che conta più di 12 milioni di seguaci, segnalate da vari hashtag compresi #StreetArtProject, #GraffitiArt e #ArteUrbano. Gli utenti hanno anche la possibilità di creare le proprie mostre digitali tramite la funzione “User Galleries” del sito che consentendo di selezionare le immagini preferite e creare una “playlist” visiva che può essere condivisa attraverso i social network.
«In realtà non avevo capito quanto l’arte di strada piacesse alla gente», dice Sood, «Non sono un esperto di street art […] ma questo è solo l’inizio, vogliamo vedere in che modo gli utenti interagiranno».
Le immagini presenti in questo articolo sono tratte dal sito ufficiale di Google Art Project Street Art, non possediamo alcun diritto su di esse.
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