Il dadaismo rompe ogni tipo di rapporto con l’arte del passato. Come possiamo spiegare ai bambini il significato delle opere dadaiste? In cosa consiste la poetica degli artisti dada? Scopriamolo insieme!
Il dadaismo, significato delle opere spiegato ai bambini!
Per capire a fondo il dadaismo è necessario immergersi, con un piccolo esercizio di immedesimazione, nel clima immediatamente successivo alla Prima Guerra Mondiale.
I futuristi celebravano la guerra come “sola igiene del mondo”, propugnando un atteggiamento interventista. La guerra, tuttavia, fu devastante: con i suoi milioni di morti e un dispiegamento di armi di recente invenzione si è purtroppo meritata l’appellativo di Grande Guerra.
La sola battaglia di Verdun, ad esempio, durò poco meno di un anno e vide perire quasi settecentomila uomini.
Gli artisti, inorriditi di fronte ad un tale massacro, sentirono l’esigenza di tagliare i ponti con la tradizione che li aveva preceduti. Innanzitutto, riconobbero che il caso come entità sovrana capace di regolare l’esistenza degli uomini. Continuare a celebrare il progresso scientifico e tecnologico, dopo aver visto con i propri occhi che cosa questo aveva comportato sul campo di battaglia, non era più possibile.
Dadaismo e arte: che cosa significano le opere?

L’artista, allora, non può più essere considerato quale dispensatore di verità: non è considerato capace di segnare la strada all’umanità. Ciò che si propone di fare, piuttosto, è far conoscere il loro personale punto di vista sulle cose instillando al contempo il senso del dubbio, della precarietà. La bellezza secondo Tzara, intellettuale rumeno e anima del movimento, era ormai morta, e non costituiva più un obiettivo perseguibile
Ognuno fa arte alla propria maniera. Noi non riconosciamo alcuna teoria… Basta con le accademie cubiste e futuriste, laboratori di idee formali. L’arte serve ad ammucchiare denari e accarezzare i gentili borghesi.
(Dal Manifesto Dada del 1918 pubblicato sulla rivista «Dada», fondata dallo stesso Tristan Tzara.)
Molti artisti del tempo si rifugiarono in Svizzera, paese neutrale. Zurigo, infatti, può essere considerato il primo focolaio dadaista insieme a New York (1915-16) sebbene di lì a poco alcuni artisti cominciarono a manifestare un chiaro interesse verso questa poetica anche ad Hannover, Berlino e Colonia.
In che modo il caso fa capolino nelle opere dei dadaisti?
Le tecniche artistiche che gli artisti dadaisti utilizzarono sono l’assemblaggio (ovvero sculture molto particolari realizzato con oggetti prelevati direttamente dalla vita quotidiana), il fotomontaggio, la performance.
Gli artisti che fanno parte di questa avanguardia storica sono diversi e il più noto è Marcel Duchamp. Ricordiamone anche altri!
Dadaismo: le opere
Sophie Täuber, ad esempio, moglie di Hans Arp, anche lui artista dadaista, fu arredatrice d’interni, tessitrice e pittrice. Disegnò burattini e scenografie per il Cabaret Voltaire, un locale di Zurigo divenuto celeberrimo in quanto luogo d’incontro di artisti dadaisti, nel quale venivano proposte serate musicali e intrattenimento.
Guarda alcune opere di Sophie Täuber-Arp in questo video!

Tra gli artisti dadaisti americani non possiamo non citare Man Ray, pseudonimo per Emmanuel Radinskij di origine russa, fotografo e artista.
Fu amico e lavorò insieme a Duchamp; sono celebri i suoi Oggetti di affezione, sculture che somigliano molto ai ready-made presentati sotto forma di fotografia e con dei titoli molto particolari, che spesso nascondevano indovinelli o giochi di parole. È il caso di Cadeau, un ferro da stiro impossibile da utilizzare perché assemblato con chiodi.
Il dadaismo spiegato ai bambini: un laboratorio didattico a Torino!
Il 1° aprile a Torino, presso la Cascina Roccafranca, tratteremo del dada e delle opere dadaiste insieme ai bambini e alle loro famiglie. Mosteremo le opere più curiose, suggestive e interessanti e durante il laboratorio didattico proveremo a mettere in atto alcune delle tecniche artistiche usate dagli artisti di questo movimento straordinario!
Non mancate! Vi aspettiamo per un pesce d’aprile… Ad arte! 😀
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