Sebbene con un certo ritardo rispetto ad altri paesi del mondo, anche l’Italia sta facendo i conti con un argomento spinoso: che caratteristiche dovrebbe avere il rapporto tra bambini e digitale?
Bambini e digitale: apocalittici o integrati?
Un famosissimo saggio di Umberto Eco del 1964 ha un titolo molto fortunato, ovvero Apocalittici e integrati. Il volume aveva come argomento principale l’analisi della diffusione dei mezzi di comunicazione di massa. Alcuni intellettuali si definivano contrari o comunque dubbiosi nei confronti della cultura di massa, altri che la difendevano senza remore.
Allo stesso modo, nel dibattito circa il rapporto tra bambini e digitale si assiste spesso a una diversità di posizioni tra chi indica (soltanto) i rischi e chi i vantaggi.
Negli ultimi tempi, complice anche il diffondersi della didattica a distanza (DAD), il dibattito ha conosciuto un forte incremento di contributi e di riflessioni da parte degli esperti.
Cerchiamo di fare chiarezza: quali sono i pericoli connessi all’uso del digitale da parte dei bambini? Sotto quale età è il caso di vietarne o limitarne l’uso? Quali sono, invece, i benefici e i vantaggi? Ma soprattutto: nel 2020 (in un mondo ormai globalmente connesso e sempre più piccolo) è ancora possibile avere un atteggiamento aproristicamente negativo nei confronti dell’uso del digitale da parte dei bambini?
Bambini e mezzi digitali: i rischi
Sono ormai numerose le ricerche che cercano di rispondere a questa domanda. Sicuramente un uso smodato dei mezzi digitali comporta una minor quantità di tempo trascorsa facendo sport, con conseguenze serie per la salute. Un uso indiscriminato dei mezzi digitali può comportare anche il mancato svilupo di abilità manuali e competenze, come ad esempio suonare uno strumento musicale.
Un altro fattore interessante riguarda il mancato esercizio del ragionamento induttivo, l’incapacità di seguire un ragionamento logico ma la tendenza a inseguire pensieri e considerazioni sparse, secondo l’andamento tipico dei link.
I rischi esistono ma è gli esperti sottolineano che questi sono presenti soprattutto nel caso in cui i bambini abusino del digitale. Questo non dovrebbe mai monopolizzare il tempo dei piccoli, così come non dovrebbe nemmeno sostituire l’uso dei giocattoli tradizionali.
Esiste veramente una scelta?
Un aspetto molto interessante da valutare riguarda il fatto che, nonotante le critiche (condivisibili su determinati aspetti) la realtà dei fatti è ineluttabile. Il digitale non è solo parte della nostra vita quotidiana ma è diventata una componente essenziale del nostro orizzonte conoscitivo.
Non si tratta più di un fenomeno in crescita ma di un realtà consolidata: non è più giustificabile alcuna forma di analfabetismo digitale.
Le iniziative del ministero, i progetti sul coding e l’inserimento di modalità tipiche della gamification nei processi di apprendimento in diversi progetti scolastici lo confermano: imparare a utilizzare il digitale è considerato un requisito fondamentale per i cittadini del terzo millennio.
Lo stesso conflitto con cui abbiamo aperto l’articolo, quello fra “apocalittici e integrati” non ha effettivamente motivo di esistere. Il digitale non è più un orizzonte futuro ma una solidissima realtà, degli adulti così come dei bambini.
Basti considerare quanto è diffuso al giorno d’oggi l’utilizzo di mezzi digitali tra i bambini. Nel suo recente volume Musei e cultura digitale. Fra narrativa, pratiche e testimonianze, Maria Elena Colombo riferisce che il 25% dei bambini da 0 a 2 anni possiede un tablet, valore che cresce proporzionalmente all’età (35% nella fascia 3-5 anni). Sono dati relativi alla Gran Bretagna ma verso i quali non possiamo certamente restare indifferenti.
Come gestire il rapporto tra bambini e digitale?
“I nativi digitali crescono, apprendono, comunicano e socializzano all’interno di questo nuovo ecosistema mediale, vivono nei media digitali, oltre che nel mondo ‘in presenza’ e sviluppano così nuove identità, nuove rappresentazioni e metodi per conoscere e fare esperienza del mondo” ricorda Ferri ne I nuovi bambini (2014, p. 55 cit. in Ripamonti, Bambini e tecnologie digitali: opportunità, rischi e prospettive di ricerca, tesi di dottorato, 2017/2018).
Piuttosto che stigmatizzare l’utilizzo del digitale perché non provare a indirizzare i più piccoli a un uso corretto?
Solo un paio di decenni fa, ad esempio, accedere a contenuti digitali in un’altra lingua non era facilissimo né di consuetudine. L’apprendimento delle lingue straniere veniva mutuato quasi esclusivamente dalla scuola dell’obbligo oppure privatamente, da parte di genitori particolarmente attenti a questo tema. Oggi esistono centinaia di app gratuite in altre lingue, progettate proprio per i bambini, che consentono un primo approccio all’alterità linguistica.
Allo stesso modo esistono app sul pregrafismo così come altre che stimolano il ragionamento logico-matematico pensate per bambini in età prescolare.
Come sottolinea Maria Elena Colombo nel suo volume, è importante che i materiali pensati per i bambini non siano solo ben progettati ma anche piacevoli graficamente, di qualità, così da diventare “strumento di educazione all’osservazione, allo stile, alla bellezza, all’equilibrio nell’espressione iconica” (p. 98 ebook).
Il ruolo degli educatori nel rapporto tra bambini e digitale
Un aspetto cruciale riguarda il ruolo degli educatori (genitori, insegnanti…) nel gestire il rapporto tra bambini e digitale. Come in tutti gli aspetti della loro vita, i più piccoli vanno guidati a un uso corretto del mezzo.
Per questo motivo gli adulti devono formarsi, così da essere in grado di guidare i bimbi a un utilizzo corretto e appropriato del digitale. La responsabilità non è solo dei genitori ma è condivisa con tutte le figure che intervengono nell’educazione!
È chiaro che il focus delle nostre domande si deve spostare: come possiamo gestire in modo produttivo la loro relazione?
perché non provare a progettare contenuti didattici o ludici intelligenti, di qualità, che stimolino la creatività?
È questa la grande sfida dell’insegnamento del terzo millennio, progettare e produrre sia in digitale che in modalità analogica con la stessa facilità, scegliendo di volta in volta le modalità e gli strumenti più efficaci.
No Comments
Leave a comment Cancel