Palazzo Barberini si trova in via Quattro Fontane a Roma e costituisce uno straordinario prototipo di palazzo barocco. Oggi è sede di una galleria d’arte e ospita opere di grandi artisti quali Caravaggio, Orazio Gentileschi, Poussin, Filippo Lippi, Pietro da Cortona, Raffaello con La Fornarina e molti altri esponenti dell’arte dal Quattrocento al XVII secolo.
Scopriamo insieme qualche dettaglio sulla nascita di questo edificio che con i suoi spazi i suoi splendidi giardini si rivela perfetto per una se non sai cosa fare con i bambini durante il weekend!
Chi sono i Barberini?
La famiglia Barberini è originaria della Toscana e prende il proprio nome da Barberino in Valdelsa, una località dove questa possedeva terre e castelli. I Barberini si erano dedicati al commercio di lana e tessuti, erano benestanti ma con Maffeo Baberini la loro fortuna era destinata a crescere notevolmente.
Maffeo Barberini (1568-1644), infatti, è probabilmente l’esponente più famoso della famiglia, divenne Papa nel 1623 col nome di Urbano VIII. Da giovane studiò presso il Collegio dei Gesuiti a Firenze e poi, su consiglio dello zio Francesco Barberini, già attivo nella Curia romana come protonotaro, si recò a Roma per perfezionare gli studi.
Il giovane Maffeo fece carriera all’interno della Curia grazie anche all’aiuto dello zio e quando quest’ultimo morì nel 1600, Maffeo ereditò un grosso patrimonio che gli assicurò una veloce ascesa: venne nominato, infatti, referente per missioni diplomatiche in Italia e all’estero, soprattutto in Francia, operazioni tanto prestigiose quanto costose!
Fin da giovane si era distinto per il suo amore per le arti e per il suo mecenatismo, rivolto non solo alle arti visive ma anche all’ambiente letterario di Roma, perché amava anche lui cimentarsi nella scrittura. Maffeo Barberini, infatti, riuscì a costituire una vera e propria collezione privata ricchissima di pezzi di straordinario valore, tra cui si annoverano opere di Caravaggio (la prima acquisizione dovrebbe risalire al 1598 circa). L’attuale collezione di Palazzo Barberini, tuttavia, non contiene che una minima parte di questo nucleo originario perché già a partire dal Settecento la famiglia iniziò a venderne le parti.
Urbano VIII fu papa per più di 20 anni e il suo pontificato segnò un momento di grande splendore artistico per tutta la città.
Palazzo Barberini: architettura e storia
Nel 1625 i Barberini acquistarono tutta l’area compresa tra le odierne via XX settembre e via delle Quattro Fontane da Paolo Sforza, fratello del famoso Cardinale Sforza. Il nucleo principale dell’edificio (l’ala verso la piazza e il corpo centrale) era già stato costruito: infatti nel 1549 il Cardinal Pio carpi lo vendette a Giulio della Rovere e gli eredi di quest’ultimo lo cedettero alla famiglia Sforza.
Paolo Sforza aveva commissionato alcuni interventi decorativi nella parte interna del palazzo ma la trasformazione maggiore sarà opera del Bernini.
La zona di Roma dove sorge Palazzo Barberini si trovava, al momento dell’acquisizione dagli Sforza, al limite della zona abitata: la città, infatti, si stava espandendo anche in quella direzione grazie alla costruzione dell’acquedotto felice sotto Sisto V.
Il primo progetto di ristrutturazione era opera di Carlo Maderno ma alla sua morte ne ricevette l’incarico Gian Lorenzo Bernini. È stata sua l’idea di realizzare un grande salone centrale che occupa i due terzi dell’altezza del palazzo così come dell’attigua sala ovale e della loggia vetrata che fa da tramite allo spazio esterno sulla facciata ad ali. La ristrutturazione poté andare avanti mentre gli stessi Barberini si trasferirono nel Palazzo.
Un palazzo così grandioso corrispondeva ai desideri di Urbano VIII che voleva per la sua famiglia, di origine toscana, una villa che non sfigurasse con quelle della grande nobiltà romana, come testimonia la facciata che da su Via delle Quattro Fontane. Questa infatti scandiva con un doppio ingresso la divisione dei due settori del palazzo, da una parte quello abitato dal ramo secolare della famiglia, e dall’altro (sud) quello abitato dagli ecclesiastici, i cardinali Barberini, dove vi era anche una bellissima biblioteca.
Lo scalone elicoidale, invece, è stato progettato da Borromini che realizza anche il disegno delle finestre del piano nobile del corpo centrale.
La sistemazione del giardino fu voluta dal cardinale Francesco Barberini, nipote del papa. Francesco era molto colto e figura tra i primi membri dell’accademia dei lincei e aveva tra i suoi consiglieri Cassiano del Pozzo, che considerava il giardino come uno spazio metaforico riferito al rapporto tra uomo e natura. L’interesse è condiviso anche dal fratello minore Antonio, il quale progetta un giardino all’italiana con la caratteristica di avere come ornamento soprattutto bulbi da fiore.
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